L’economia di Varese spera di volare con l’elicottero di Bush
L'Unione Industriali fa il punto della situazione, marcando il successo Agusta come segno delle possibilità di ripresa
Potrebbero rialzarsi con l’elicottero presidenziale di Bush le sorti dell’economia varesina, che ancora non vede profilarsi la fine – sempre annunciata ma mai agganciata – del lungo tunnel della crisi. Ed è da quest’ultima – ottima – notizia per l’industria varesina, stremata da un 2004 che non voleva saperne di decollare, che partono le considerazioni di inizio anno dell’Unione Industriali di Varese.
«A di là delle positive conseguenze derivanti da questa commessa, è intuitivo che la stessa contribuirà a rafforzare il posizionamento competitivo di Agusta sia sul mercato statunitense, sia su altri mercati, lasciando ben sperare in ulteriori successi per questa storica impresa che rappresenta una delle bandiere del “made in Italy” e, in particolare, del “made in Varese" – ha commentato Alberto Ribolla, presidente di Univa – Agusta ha vinto una commessa del genere con un prodotto di altissima tecnologia, che porterà enormi benefici, e avrà una grandissima ricaduta di ordini su Agusta. E perciò anche sulle aziende varesine del comparto».
(foto: a sinistra Vittorio Gandini, direttore di Univa, a destra Alberto Ribolla, presidente di Univa)
«Questa è un’occasione per celebrare la nostra eccellenza tecnologica e il capitale umano e sociale del nostro territorio – ha aggiunto Vittorio Gandini, direttore di Univa -. Ed é anche un’occasione per riaccendere le luci su questa provincia, che è molto meno conosciuta di quanto meriterebbe».
Un’occasione per dirsi "bravi", dunque, per riconoscere che con un buon lavoro di lobbying economica e politica si ottengono risultati importanti, per dire a se stessi che le capacità di innovazione tecnologica di questa provincia non si sono perse e sono ancora apprezzate. Insomma un segnale positivo, che può dare una svolta psicologica a questo 2005 appena iniziato.
Perchè, se si dovesse guardare solo ai dati acquisiti nel 2004, c’è ancora poco da stare allegri: «Ricordo che appena un anno fa, nella medesima occasione, dichiarai che “Ci troviamo in una linea d’ombra che divide uno dei cicli negativi più lunghi degli ultimi anni da una ripresa, più volte annunciata, ora intravista, ma sicuramente non ancora agganciata” – ricorda Ribolla -. Ebbene, ad un anno di distanza, questa impressione e i termini complessivi, restano confermati. L’orizzonte della ripresa, che per un breve periodo all’inizio dell’estate sembrava trovare qualche concretizzazione, si è ancora una volta spostato in avanti allungando la fase di basso profilo del ciclo produttivo».
Segue poi una lunga lista di speranze di ripresa mancate: dal fatto che l’Italia è rimasta insieme alla Germania tra i fanalini di coda all’interno dell’Europa, e ben al di sotto del ritmo di crescita degli Usa del Giappone e della Cina al fatto che l’italia ha costi più alti sul fronte dell’energia, del fisco, degli oneri previdenziali e dei trasporti, o che il rapporto di cambio squilibrato tra euro e dollaro crea un "divario di competitività" del 30-35% rispetto al valore del cambio registrato al momento dell’introduzione dell’euro.
Con tutto ciò, non c’è ancora da disperarsi: la crescita dell’export varesino nei primi nove mesi del 2004 è vicina al 4,2%: un tasso di crescita soddisfacente, anche se un poco inferiore a quello del 2003. Anche se «Un dato che desta qualche preoccupazione è l’inversione di tendenza registratasi nei flussi di importazione che, dopo i primi tre mesi del 2004, hanno smesso di ridursi ed hanno invece iniziato a registrare incrementi, arrivando ad una crescita delle importazioni pari al +2,9% contro un dato relativo ai primi nove mesi del 2003 di segno opposto – segnala Ribolla – Una debolezza che non va sottostimata».
Una situazione che ha bisogno di "Enzimi, di facilitatori biologici di processo" che aiutino l’economia ad uscire da questa pozzanghera. "Enzimi" rappresentati da una politica a sostegno dell’innovazione o diretta al riequilibrio finanziario delle imprese oppure che aiutino lo start-up di impresa. Enzimi che il Governo ha creato od omesso?
«Sulla Finanziaria vogliamo dare un giudizio sospeso, quasi di apertura di credito, confidando, però, di vedere confermate nel provvedimento per la competitività le legittime attese, che tutti nutrono, di incisivi interventi di natura strutturale: un’apertura di credito fiduciaria,ma non illimitata – commenta Ribolla -. È sul collegato invece che ci sono le maggiori perplessità e aspettative. Ci aspettiamo che si faccia molto sulla questione dell’Irap e su altri concetti che non sono passati con la Finanziaria. Quello che però ci lascia perplessi è la modalità attuata fino adesso: doveva essere pubblicato ad ottobre, è slittato a metà gennaio e adesso ce ne sono addirittura sul tavolo due. Ritengo che questa non sia la maniera di governare il paese, procedendo per soddisfacimento di interessi contingenti e contrastanti: occorre invece individuare delle linee d’azione su cui lavorare per il paese stesso, accordandosi con tutti. Questo periodo di turbolenza va combattuto con la strategia».
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