La congiunturale lombarda non fa perdere le speranze nel futuro
Segnali di ripresa sia nell’industria che nell’artigianato, anche se per questi ultimi resta il segno negativo
L’analisi dell’ultimo trimestre del l2004 sull’industria manifatturiera della Lombardia realizzata da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia con la collaborazione delle Associazioni dell’Artigianato (Confartigianato Lombardia, CNA Lombardia, Casartigiani Lombardia, CLAAI Lombardia) mostra un territorio che cerca di tirarsi fuori dalla negatività, e mostra segni di ripresa pur se, spesso, ancora gravata dal segno negativo, specialmente nel comparto artigiano.
Effettuata con 1574 interviste ad aziende industriali e 1302 ad aziende artigiane, l’analisi mette infatti in evidenza come la produzione industriale sia in crescita, seppur timida: il dato congiunturale è del +0,4% sul trimestre precedente e del + 0,6% secondo la media annua.
Più lento invece è il recupero delle imprese artigiane, anche se “un segnale importante in un contesto ancora caratterizzato da variazioni negative” come recita la nota che presenta i dati.
Il pur debole segno positivo che l’economia lombarda in questa analisi incassa è ancora una volta dovuto all’export: la domanda estera è infatti cresciuta del 2,8% rispetto al 4° trimestre del 2003, contro lo 0,5% della domanda interna.
I settori industriali in crescita sono quello siderurgico (4,5%) e quello dei mezzi di trasporto (+3,8%) accompagnati, anche se in minor misura, da quello alimentare, chimico e meccanico. Anche le per le aziende artigiane sembra che la siderurgia e la meccanica guadagnino terreno, anche se si tratta di miglioramenti su dati che portano ancora il segno meno. Per i settori tessile, abbigliamento e pelli-calzature non ci sono ancora buoni segni: permane la criticità nella filiera del “made in Italy”.
Un dato positivo per l’industria riguarda il tasso di utilizzo degli impianti, che raggiunge la percentuale più elevata del 2004: il 75,3%, mentre per le imprese artigiane la percentuale resta un poco al di sotto del 71%.
Un altro segnale positivo arriva, perlomeno per l’industria, dagli ordinativi acquisiti nel terzo trimestre, che danno il miglior risultato del 2004: sono infatti in crescita del 6,8% sull’estero e del 7,9% sull’interno. Situazione diversa per l’artigianato, dove la situazione rimane negativa, ma mostra pur sempre piccoli segnali di recupero e passa a -6,6% per gli ordini interni a fronte del -7,6% registrato nel trimestre precedente.
In compenso continua il dato negativo dell’occupazione, ormai diventato tendenza strutturale: il segno meno è dello 0,5% (in media) nell’industria e dello 0, 66% (sempre in media) nell’artigianato.
Le aspettative degli imprenditori per il 1° trimestre del 2005 continuano però ad essere ottimistiche, anche se rispetto all’ultimo trimestre 2004 tale ottimismo tende a spegnersi. Il “saldo attivo” tra imprenditori ottimisti e pessimisti per la produzione pari al 15% nell’industria e al 3% per l’artigianato: in entrambi i casi i “valori di ottimismo” sono più elevati per la domanda estera (+18% per l’industria e +9% per l’artigianato) rispetto alla domanda interna (+ 9% per l’industria e saldo nullo per l’artigianato).
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