Occupazione e sociale le idee di Salvemini per la città

Intervista col candidato sostenuto da Forza Italia, Udc e An. «Il difensore civico come collante tra istituzioni e cittadini»

A Laveno Mombello la Casa delle Libertà è, in senso figurato, un treppiedi che Forza Italia, Alleanza Nazionale e Udc hanno deciso di tenere assieme con un nome: Leonardo Salvemini. Quarant’anni, già consigliere comunale dell’attuale amministrazione – in minoranza – Salvemini è avvocato “amministrativista”. Di origini pugliesi ma da sempre lavenese, il candidato della Cdl, Lega esclusa, è sposato, ha due figli e vive in città, anche se i suoi interessi spaziano anche su Milano, in ambienti universitari. Le sue passioni sono certamente il diritto e l’ambiente.
Si candida perché intende «mettere a frutto l’esperienza maturata nel sociale in diversi anni di volontariato e di esperienza amministrativa».

E sono queste due idee, quella dell’amministrazione e del volontariato, soprattutto nel sociale, a contraddistinguere la proposta di questo candidato per convincere i lavenesi a farlo diventare sindaco.
Un passo indietro prima di parlare del programma però: come ha scelto i componenti della sua lista?
«Le indicazioni sulla composizioni della mia lista sono frutto di una mediazione fra le tre forze politiche che la sostengono – dice Salvemini – . Diciamo che le figure presenti nella lista hanno grandi competenze e un alto valore professionale. Per questo non utilizzeremo, qualora venissimo eletti, assessori “esterni”».
Se dovesse indicare in tre priorità le sue scelte per Laveno cosa metterebbe al primo posto?

«Sicuramente i temi del lavoro e dell’occupazione – spiega Salvemini. L’idea è quella di far giocare un ruolo diverso al comune: l’amministrazione deve agire come interlocutore con le forze economiche del territorio per cercare soluzioni, ma soprattutto col mondo sindacale; il ruolo dell’amministratore non deve essere semplicemente quello di chi aggiusta le strade».

Poi? «Il sociale rappresenta una scommessa importante – continua l’avvocato – . Il comune deve trovare un equilibrio sostenibile capace di puntare da un lato sulla cultura, facendo giocare un ruolo da protagonista alle varie anime della città e in grado di valorizzare una vocazione naturale di Laveno; dall’altro, appunto, investire sul mondo del volontariato e dell’impegno sociale per risolvere i problemi dei cittadini. Un punto delicato, perché spesso le istituzioni non riescono ad “ascoltare”. Per questo prevediamo il potenziamento della figura del “difensore civico”».

In ultimo, come si immagina Laveno tra cinque anni? «Non penso di vedere opere faraoniche, ma la conclusione di vicende che si trascinano da anni – conclude Salvemini. Spero per esempio di vedere più occupazione in città e mi auguro che le 100 famiglie della Cooperativa Verbano siano compensate dei loro diritti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Marzo 2005
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