Diga sull’Olona, Cna vicina al presidente della Provincia

Il sostegno - e le considerazioni sulla questione - in un documento della presidenza Provinciale

Riceviamo e pubblichiamo

La ferma presa di posizione del Presidente della Provincia in merito alla sconcertante – per la forma e nella sostanza – scoperta della non utilizzabilità dei fondi stanziati nel 2003 ( con il decreto 18 luglio 2003 pubblicato sulla G.U: n° 210 del 10 settembre 2003 avente a titolo “riparto dello stanziamento 2003 del Fondo nazionale per la realizzazione di infrastrutture di interesse locale )  per la primissima parte di lavori di realizzazione della Diga sul Fiume Olona a Malnate, assolutamente condivisibile nel merito e nella forma, richiama tuttavia, a parere della Presidenza provinciale della C.N.A., alcune questioni che meritano di essere affrontate.

In primo luogo perchè la storia di quest’opera oramai ritenuta unanimemente necessaria, dopo essere stata avversata dalle Amministrazioni locali direttamente interessate, è costellata da appostamenti di fondi che  appaiono e scompaiono, in una sequenza incomprensibile di approvazione di progetti, affidamento dei lavori e successiva negazione degli impegni di spesa.
Troppe non disinteressate competenze, evidentemente, e troppi soggetti chiamati direttamente o indirettamente in causa, dai diversi Ministeri al Magistrato del Po, dalla Corte dei Conti al CIPE, hanno finito per creare intorno alla Diga un groviglio inestricabile di cui si fatica a trovare capo e coda ed hanno confermato l’amara constatazione  che quando la burocrazia ci si mette di mezzo con tutto il peso del suo apparato non esistono più priorità di nessun genere, né tanto meno impegni e tempi certi.

In uno scenario che per altro non si ferma al nostro territorio, se è vero che i tentativi compiuti dal legislatore di selezionare, sfoltire e semplificare il percorso delle opere pubbliche ( La legge obiettivo, il programma delle infrastrutture strategiche ) sono serviti a ben poco, visto che , come registrava la Corte dei Conti lo scorso mese di marzo, a fronte di 8.169,9 milioni di € relativi a interventi promossi in via definitiva dal Cipe, ne sono stati “cantierati” per 3.471,2 Milioni di € e ne sono stati liquidati, sulla base degli avanzamenti dei lavori, solo per 379 Milioni di €uro.
Numeri che danno l’immagine contabile dei ritardi che il Paese continua ad accumulare e di cui la situazione della Provincia di Varese è,  in qualche misura, il paradigma perfetto.

Quante opere pubbliche del nostro territorio sono state realizzate nell’ultimo decennio e di quante, invece, si continua ad assistere, in una sorte di rassegnata impotenza e di crescente disincanto, a ripetuti aggiornamenti degli studi di fattibilità, a convegni che ne decantano l’insostituibile funzione  e, di converso,  a  rinvii su rinvii della loro materiale esecuzione?

La Provincia di Varese si è indubbiamente data da fare, in questi anni, anche “gettando il cuore oltre l’ostacolo” come nel caso dei lavori di Malnate, ma questo attivismo sta mettendo a nudo in maniera stridente la distanza che separa i tempi della burocrazia da quelli dello sviluppo della società e dell’economia, le tantissime cose che rimarrebbero da fare rispetto alle pochissime che invece si riesce a realizzare.

E tuttavia, si è per davvero sicuri che possano bastare le formule magiche della devolution e del federalismo per superare uno stato di cose che trae origine invece da un’impostazione culturale che confonde l’organizzazione con le funzioni burocratiche? O non è anche e piuttosto una questione di sovrapposizioni di competenze sulle quali non si può o non si vuole intervenire, il tutto aggravato da uno stato di sofferenza delle casse pubbliche troppo a lungo colpevolmente ignorato e affrontato con misure demagogiche e di cortissimo respiro quali i condoni?

Nello specifico, il decreto salva spesa ha tolto i fondi che servivano per avviare un’opera necessaria : quante auto blu sono rimaste, quanti inutili convegni sono stati organizzati per sostenere che senza quei lavori l’Olona continuerà a fare paura ? Ecco perché, sulla vicenda specifica della Diga sul Fiume Olona,  la C.N.A. è vicina al Presidente della Provincia, ne condivide appieno l’arrabbiatura e, per la parte che le compete, è pronta a schierarsi a difesa dei sacrosanti diritti ancora una volta calpestati di un territorio che produce e paga in silenzio e che, quando finisce sott’acqua, riesce a trovare da solo la forza per uscire dal fango e ricominciare; ma non dimentica che quei 2 Milioni di €uro scippati rappresentavano all’incirca 1|10 del costo necessario per il completamento dell’opera.

Dove si pensava e dove si pensa oggi di andarli a trovare ? Il Contratto di Fiume promosso dalla Regione Lombardia e sottoscritto l’anno passato da quasi tutti i Comuni dell’asta dell’Olona può essere il soggetto e diventare uno strumento più vicino e più sensibile per provare a portare a termine, finalmente,  un’opera su cui sembra gravare un oscuro sortilegio?

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Pubblicato il 19 Aprile 2005
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