Bianchini appassiona il pubblico con la “leggenda del basket”
Serata gustosa a "Librando", in compagnia del grande coach, di Vittori, Zanatta e Petazzi
Un pizzico di nostalgia, una serie di aneddoti divertenti, tanta disponibilità verso il pubblico presente, folto ed appassionato. Questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la serata dedicata allo sport, ed al basket in particolare, all’interno della rassegna "Librando 2005" in corso a Samarate.
Protagonisti i grandi nomi della palla a spicchi: coach Valerio Bianchini (foto in alto), i campioni della grande Ignis Paolo Vittori e Marino Zanatta ed il dirigente (Berloni Torino e Trieste) Alberto Petazzi hanno regalato due ore di emozione ripercorrendo l’epopea degli anni ’70 che ha visto il dominio di Varese in Europa, toccando gli anni ’80 nei quali Valerio Bianchini è stato grande protagonista e finendo con uno sguardo sul futuro della pallacanestro italiana.
Lo stesso "Vate" ha avuto modo di presentare il bel volume "La leggenda del basket", scritto insieme al giornalista del Corriere dello Sport Mario Arceri.
Non sono mancati i duetti gustosi. Bianchini ha raccontato l’acquisto di un giocatore come Darwin Cook, decisivo nella vittoria dello scudetto della Scavolini nel 1988. Lo stesso americano, in semifinale, scippò un pallone in modo irregolare al varesino Thompson, una circostanza sottolineata dall’allora manager della DiVarese Zanatta (a sinista nella foto, insieme a Petazzi): «Cook non aveva mezzo piede sulla linea come dice Bianchini: lo aveva completamente fuori dal campo».
Paolo Vittori, (a destra) con la consueta verve, ha ricordato le sfide al calor bianco con Dadone Lombardi «che magari faceva trenta punti, ma la sua Virtus perdeva regolarmente contro Ignis o Simmenthal». Interessante anche l’intervento di Petazzi, chiamato da uno spettatore a spiegare ciò che avviene in seno ad una società quando si è costretti a prendere decisioni impopolari, come avvenuto nel "caso Pozzecco" di quest’anno.
Nel complesso quindi una serata interessante e partecipata, che ha trovato terreno fertile in una terra da sempre "fedele" a tutto ciò che riguarda palloni e canestri.
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