«Che il governo si metta a lavorare»
Intervista a Marino Bergamaschi, direttore generale dell'Associazione Artigiani di Varese
Rappresenta il 97% del tessuto imprenditoriale e assorbe il 50% degli occupati. Un esercito di 521mila microimprese – tante sono le iscritte a Confartigianato (solo l’Associazione Artigiani ne conta oltre 11mila) – pronte a riscattarsi di fronte al Governo. In realtà l’occasione si era già presentata circa una settimana fa all’Assemblea annuale di Confartigianato a Roma. In presenza del premier Silvio Berlusconi gli artigiani hanno rumoreggiato, hanno preteso, hanno ricordato al Presidente del Consiglio le promesse – ormai mancate – che aveva fatto a cittadini e imprese italiane.
Berlusconi, alla fine, si è scusato…
«Così si è letto: una volta lasciata l’Assemblea e attraverso qualche telegramma- dice Marino Bergamaschi (nella foto) direttore dell’Associazione Artigiani di Varese. Comunque Confartigianato ha sempre detto la verità: al tavolo su Irap e statali sedevano, il 19 maggio 2005, Confindustria, Confcommercio e sindacati. Noi no. E le prove del mancato invito ci sono».
L’Irap verrà tagliata ma solo nel 2006. Delusi?
«Confartigianato mirava ad una rimodulazione dell’imposta, comunque meglio rimandare al 2006 che inseguire il modello “Siniscalco-Montezemolo”. Concentrarsi solo sulla componente lavoro non serve perché l’Irap grava anche sugli utili d’impresa e sugli interessi. Intervenire sul lavoro avrebbe avvantaggiato la grande industria di circa il 74% ma è anche vero che intervenire sugli utili d’impresa vorrebbe dire fare luce sulle società di capitali: il 60% di queste è in perdita. Il Governo avrebbe dovuto premiare la proposta dell’onorevole Izzo condivisa da Confartigianato: non era una brutta idea quella di cancellare l’Irap alle aziende con meno di tre dipendenti. Ora però basta: il mondo dell’artigianato – un milione e mezzo di imprese – dà lavoro a tre milioni e mezzo di persone. Che il Governo si decida: agisca sulle tre voci (lavoro, utili d’impresa, interessi) e non se ne parli più».
Berlusconi, però, con un decreto ha cancellato il “ravvedimento operoso”. E voi che fate, lo perdonate?
«Tanti artigiani si troveranno in difficoltà. Dobbiamo pagare l’Irap ed il versamento va fatto nei tempi perché superata la scadenza, anche se di poco, non è più possibile mettersi in regola. La solita soluzione all’italiana: invece di colpire i furbi se la prendono con tutti per evitare che qualcuno faccia il furbo. Eppure, sempre guardando i numeri, si vede che negli ultimi 4 anni il reddito degli autonomi è cresciuto dell’1,6% contro un aumento del 10% dei lavoratori dipendenti. Addirittura, in certi casi, i redditi degli autonomi sono inferiori a quelli stabiliti dagli studi di settore».
Non c’è solo l’Irap ad “infastidire” le microimprese…
«C’è la crisi di mercato: le nicchie nelle quali le piccole imprese riuscivano a mettere in evidenza le loro eccellenze sono state rase al suolo dall’invasione dei prodotti cinesi. Le esportazioni calano, il mercato interno dà segni di vitalità ma ci sono problemi insuperabili».
Ad esempio?
«L’energia, che le imprese italiane pagano il 30% in più rispetto al resto dell’Europa perché l’Enel pratica tariffe altissime nei confronti dei piccoli utenti. Poi c’è l’Inail, che l’anno scorso ha raccolto 1.830 milioni di euro di premi con un avanzo di gestione di 1,2 miliardi. Insomma, che si decida: anche l’Inail dovrebbe abbattere i tassi praticati alle microimprese e riconoscere che la cultura della sicurezza, diffusa principalmente da Confartigianato, funziona. D’altronde nei confronti delle microimprese si è sempre esagerato: le tariffe che gli artigiani pagano all’Inail sono il 74% più alte rispetto all’industria, 3,5 volte più del commercio e 5 volte superiori al settore credito e assicurazioni».
Già, il credito: un’altra spina nel fianco…
«Tra banche e assicurazioni c’è troppa poca concorrenza, ma i veri problemi potrebbero arrivare con Basilea 2. Anche le piccole imprese dovranno avere un “rating” con il rischio di vedersi cancellare parecchi finanziamenti dalle banche. Confartigianato ha proposto di esentare dall’applicazione degli Ias le aziende che fatturano meno di 1 milione di euro. Se il Governo farà muro anche su questo, arriveremo a bloccare le attività».
Intanto ieri una delegazione di Confartigianato, guidata dal presidente Giorgio Guerrini e dal segretario Generale Cesare Fumagalli, ha incontrato alcuni rappresentanti del Gruppo Lega Nord- Federazione Padania della Camera dei Deputati: sotto i riflettori fisco, burocrazia, federalismo, credito. La Lega Nord ha espresso l’impegno a continuare a collaborare con Confartigianato per affrontare i temi di maggior interesse per l’artigianato e per le microimprese, a partire dalla Questione Settentrionale.
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