Reclutavano minori per l’accattonaggio, sei fermi

I ragazzini venivano spediti a delinquere o a chiedere soldi con l’accattonaggio al di là della frontiera

Il mattino li “spedivano” clandestinamente in Ticino per il quotidiano accattonaggio e per compiere furti. La sera andavano a riprenderli sempre nello stesso punto, un passaggio nella rete di frontiera nei boschi fra Clivio e Ligornetto. Dopo un mese di appostamenti il servizio associato della Polizia della Valceresio ha compiuto l’altra sera sei fermi: due sono adulti, quattro minorenni, tutti slavi e clandestini.

A finire nella rete della giustizia italiana due serbi di 34 e 19 anni, molto probabilmente i capi dell’organizzazione e con una serie di precedenti per furto. Sono stati bloccati a bordo di una vettura dopo una brevissima fuga. Le loro identità non sono state rese note perché a complicare l’identificazione c’è, almeno per il maggiore dei due, una lunga lista di “alias”, una dozzina almeno di nomi diversi coi quali si faceva chiamare di volta in volta.

I ragazzini che venivano spediti a delinquere o a chiedere soldi con l’accattonaggio al di là della frontiera, hanno un’età che va dai 10 anni del più giovane ai 15. Sono già stati identificati e non risultano nuovi del “mestiere”. I due adulti sono ora a disposizione della magistratura (le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Varese, Domenico Novara) e in stato di fermo. Nei confronti dei due maggiorenni potrebbe scattare l’ accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina oltre a vedersi notificato un atto di espulsione in quanto, a loro volta, irregolari. Più delicata la questione dei quattro minori. Per ora, sotto custodia degli agenti, sono accuditi da un servizio sociale. Per conoscere la loro sorte bisognerà attendere la decisione del magistrato.

L’operazione del consorzio delle polizie della Valceresio è scattata dopo una serie di segnalazioni di alcuni residenti nella zona di confine di Clivio che avevano notato giorno dopo giorno sempre due uomini accompagnare il gruppetto di bambini. Al mattino l’auto si dirigeva verso la zona boschiva che separa la provincia di Varese dal Canton Ticino, la sera compiva il tragitto inverso. Un mese di appostamenti dovuto al fatto che, soprattutto nelle ultime due settimane, l’auto arrivava in zona ad orari differenti forse per evitare di dare troppo nell’occhio. Ieri mattina l’epilogo. Sono stati sei uomini della polizia valceresina a bloccare i quattro ragazzini mentre, una volta attraversata la frontiera da una delle frequenti smagliature della rete di confine, stavano per raggiungere i loro padroni. Uno di loro si è anche liberato di un lungo cacciavite di 40 centimetri di lunghezza, rinvenuto nel bosco in un punto vicinissimo a quello del passaggio clandestino. Poco dopo è avvenuto anche il fermo dei due adulti che, alla vista degli agenti hanno tentato di darsi alla fuga ma sono stati ben presto bloccati.

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Pubblicato il 01 Giugno 2006
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