Manifesti, Lega pigliatutto
Denunciata alla Polizia locale dall'Ulivo l'occupazione "militare" di ogni spazio elettorale da parte dei manifesti del Carroccio
La Lega colpisce ancora: dove passano i suoi attacchini, spariscono i manifesti altrui. È di stamattina, giovedì 17 maggio, la denuncia alla Polizia locale, presentata dai Democratici di Sinistra e da tutto l’Ulivo, che i manifesti del Carroccio, vuoi con il sorriso "elettorale" di Marco Reguzzoni, vuoi con l’Alberto da Giussano e gli slogan di partito su tasse, immigrati e federalismo, questa notte hanno rimpiazzato e coperto quasi del tutto gli spazi destinati alle altre forze. «È l’ennesima dimostrazione di un’arroganza senza limiti» commenta Erica D’Adda, segretario cittadino dei DS. «Non solo, ma quanto visto a Busto si è verificato in tutto il resto della provincia. A questo punto mi sembra doveroso chiedere un intervento di Reguzzoni stesso, nel proprio interesse. Sia lui a stigmatizzare per primo questo modo di procedere: non ci lasci pensare che questo voglia essere lo stile da dare alla sua amministrazione…»
Per parte loro i vigili urbani di Busto Arsizio confermano di aver ricevuto regolare denuncia; ma più che inviare pattuglie a verificare, e in seguito spedire un incaricato del Comune a rimuovere i manifesti "abusivi", nulla può essere fatto. Si segnala al partito di competenza l’abuso, ma a quanto pare le sanzioni scattano solo nel caso gli attacchini vengano colti sul fatto, cioè mai. Norme che sembrano fatte apposta per indurre a violarle: come se i cittadini, poi, si facessero davvero influenzare da dei mezzibusti attaccati su un muro.
Effettivamente la guerra dei manifesti elettorali in provincia ne ha già viste di tutti i colori: il malcostume è diffuso. Già durante la campagna per le amministrative dello scorso anno alcuni esponenti politici furono sorpresi mentre vandalizzavano dei manifesti – episodio su cui si stese subito un velo pietoso. Quest’anno spicca, a Cassano Magnago, la messa a fuoco in pieno giorno, da parte di ignoti rimasti tali, di un grande manifesto del Polo Civico appeso ad un’abitazione, con serio rischio per i residenti, episodio di cui non è chiara la matrice; e ancora, a Busto questa volta, e su una nota non correlata ai manifesti ma comunque grafica, il "Ribellati sto c…" scritto a spray sul muro di casa di un ex esponente leghista passato coi "ribelli" indipendentisti di Max Ferrari. Operazione che, nonostante una poco credibile firma anarchica, le vittime attribuivano precisamente a chi, di norma, partecipa al coro generalizzato contro i graffitari.
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