Siamo figli delle stelle

Questa sera, lunedì 7 maggio, alle 21 a Villa Truffini un'interessante conferenza del presidente del Gat Cesare Guaita sulle più recenti scoperte legate alle particelle organiche provenienti dallo spazio a bordo delle comete

Ancora carichi per il grande successo della mostra sul sistema solare e per la visita straordinaria dell’astronauta Roberto Vittori, i soci del gruppo Astronomico Tradatese (nella foto qui sotto), sono già pronti per nuove iniziative e proposte. Come quella di questa sera, lunedì 7 maggio: alle 21, a Villa Truffini, il presidente del Gat, Cesare Guaita, terrà un’interessante conferenza sul tema "Le molecole organiche di Stardust".

Guaita, chimico di professione, spiega di cosa si parlerà:  «Nel gennaio 2006 la navicella Stardust riuscì nell’impresa di riportare a Terra alcune migliaia di particelle  catturate alla cometa Wild-2,  durante un passaggio ravvicinatissimo (meno di 300 km) avvenuto il 2 gennaio 2004.  Nell’anno che è seguito,  500 scienziati di tutto il mondo hanno  letteralmente  vivisezionate  questi preziosissimi reperti cometari utilizzando  tutti i più sofisticati metodi di indagine chimica e fisica.  Con risultati  talmente  sorprendenti da costringerci  a cambiare molte delle idee che ci eravamo fatti  sull’ origine e l’evoluzione delle comete».

Una  prima  grossa  novità   deriva dall’analisi della matrice rocciosa della cometa Wild-2 (rappresentata da pulviscoli  delle dimensioni di pochi micron).  Spiega infatti il dottor Guaita: « I  granuli della cometa sono risultati  soprattutto costituiti da Fosterite cristallina,  un silicato di Magnesio  che può formarsi solo a temperature di 800-1000°C.  Da qui il tramonto dell’idea che le comete  si siano formate  nelle regioni  più fredde del Sistema Solare. Forse si formarono molto vicino al Sole  e solo successivamente si spostarono  al di là di Plutone, nella Fascia di Kuiper. Come se non bastasse, sono stati scoperti granuli ancora più anomali, denominati Cai (in quanto  costituiti da ossidi di Calcio e di Alluminio) che normalmente si formano a temperature vicine ai 2000°C. Si tratta di inclusioni che anche noi del Gat conosciamo molto bene, in quanto ne abbiamo fatto uno studio intensivo al Sem (Microscopio Elettronico a Scansione) all’interno  di alcune Condriti Carboniose, le meteoriti  più antiche che si conoscano. Aver trovato delle inclusioni Cai  nelle polveri della Wild-2  ha dell’incredibile: forse si tratta di materiale  di altre stelle,  raccolto dalla  nebulosa proto-solare nei primi momenti della sua aggregazione».

A parte  l’origine più o meno calda,  quello che maggiormente interessa delle comete  è  la disamina  delle molecole a base di carbonio di cui sono ricche e che, secondo  le idee più recenti,  avrebbero dato un contributo sostanziale all’origine della vita sulla Terra, riversandosi a  milioni negli oceani primordiali. Per la prima volta Stardust  ha reso direttamente disponibili queste molecole organiche agli strumenti analitici più sofisticati  esistenti. Con risultati  ancora una  volta impensabili: «Come chimico organico – continua Guaita- ho sempre sognato di poter ‘frugare’  nelle molecole carboniose di una cometa per cercare  una prova  che nelle comete  ci sia veramente il segreto della nascita della vita».

Questa sera Cesare Guaita racconterà proprio come l’analisi delle polveri di Wild-2 stia dando concrete indicazioni sul legame tra comete e vita sulla Terra.

L’ingresso alla conferenza è, come sempre, libero e gratuito.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2007
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