Viabilità: critiche e futuro in commissione

Dubbi sui progetti di viale Lombardia e piazza Risorgimento e risposte dell'amministrazione comunale in una riunione dai toni particolarmente accesi

Gallarate sta per vivere uno dei momenti di espansione urbanistica maggiori da cinquant’anni a questa parte. In viale Lombardia a breve (fine maggio secondo le ultime indiscrezioni) verrà aperto il mega centro commerciale nell’ex area Borgomaneri, 70 negozi e una distribuzione alimentare di medie dimensioni in un complesso da 6.295 metri quadrati: i lavori alla viabilità stanno per essere terminati ed un ingegnere nominato dal Comune verificherà la percorribilità, che resterà al vaglio dell’amministrazione fino all’entrata in funzione definitiva del centro commerciale. E ancora: piazza Risorgimento sta per essere trasformata dall’intervento viabilistico e sempre tra pochi mesi partiranno i lavori nell’ex area Maino in via Ronchetti, dove sorgerà un altro centro di distribuzione di medie dimensioni (Esselunga). 

La viabilità è stata al centro di una commissione Lavori Pubblici dai toni accesi, alla quale oltre ai consiglieri comunali titolati, hanno partecipato anche altri cittadini interessati, a cominciare da Emilio Magni e Valerio Lavazza, rispettivamente presidente del circolo cittadino di Legambiente e portavoce del Comitato per la Salvaguardia della Città. Le prime polemiche hanno riguardato l’orario della commissione: le 10.30 sono state giudicate da Laura Floris, Pierluigi Galli, Matteo Ciampoli e Raffaele Apicella ora infelice perché nel bel mezzo di un lunedì lavorativo. Accusa rispedita al mittente dal presidente Leonardo Martucci, che ha detto di aver solo rispettato il “dictat” di presidente del consiglio e segretario comunale. Il clima si è acceso quando si è cominciato a parlare del futuro della viabilità cittadina: critiche pesanti da Laura Floris (Sdi), Pierluigi Galli (Ds), Matteo Ciampoli (Lega Nord), Cinzia Colombo (Rifondazione Comunista), Quintino Magarò (Polo Civico di Centro) e Raffaele Apicella (Margherita). Pietre dello scandalo lo spartitraffico al centro di viale Lombardia e via Vespucci, giudicato pericoloso e non conforme ai dettami della conferenza dei servizi della Regione che aveva approvato nel 1997 i lavori, e la viabilità complessiva nella zona, che secondo le opposizioni collasserà una volta che il centro commerciale sarà aperto e una volta dato il là ai lavori nelle ex Maino: «Se si sbaglia oggi si sbaglia per sempre – ha attaccato Galli -, vanno fatte valutazioni approfondite e simulazioni serie». Tutti hanno ribadito la necessità del piano urbano del traffico, nei cassetti dell’amministrazione dal 1997: «Ci sono dei problemi rispetto al piano elaborato dalla Sisplan (società alla quale il Comune aveva affidato l’incarico) – ha spiegato il sindaco Nicola Mucci -: la percorribilità Sud-Ovest come è stata pensata è inattuabile, ci sono troppe negatività. Ci stiamo lavorando, ma prima interveniamo in piazza Risorgimento per risolvere una situazione di evidente difficoltà che intasa tutta la viabilità cittadina».  

Proprio piazza Risorgimento è un altro dei nodi dolenti: l’intervento è stato criticato da più parti, ma Mucci e l’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Simeoni hanno difeso a spada tratta il progetto che porterà una grande rotonda al centro della piazza per dare maggiore fluidità allo scorrimento del traffico in uno dei punti chiave della circolazione cittadina. Laura Floris ha definito «sconcertante questo intervento, non ne vedo l’utilità e distrugge un luogo che ha anche un significato storico per la città». Ha chiuso gli interventi Emilio Magni, che ha criticato la scelta di costruire lo spartitraffico al centro della carreggiata in viale Lombardia perchè «non si è tenuto conto di quanto dettato dai disegni originali e si è costruito qualcosa di pericolosissimo. Inoltre i dati contenuti nello studio affidato alla Liuc nel 1997 sono ormai vecchi, tant’è che in un documento del 2006 della Sisplan voluto dall’assessorato all’Ambiente si legge che le macchine che transitano in viale Lombardia sono 3200, contro le 1600 monitorate dalla Liuc dieci anni fa: questo spiega il livello di collasso che si rischia», ha detto il presidente del circolo cittadino di Legambiente. Simeoni ha criticato questi dati, affermando che «non sono affatto reali, hanno sbagliato qualcosa senza dubbio». Magni ha ribattuto accusando l’amministrazione: «O i dati sono giusti e non avete pensato alle conseguenze, o avete affidato lo studio a una società che commette errori numerici pesanti». Riunione chiusa, appuntamento a dopo le elezioni provinciali per un consiglio comunale su questi temi che si annuncia ancora più caldo.

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Pubblicato il 14 Maggio 2007
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