Brambilla: «Via Prodi, siamo usciti da un incubo»

La rossa presidentessa dei Circoli della Libertà esulta per la caduta del governo di centrosinistra salutando via cellulare gli ospiti di un convegno sulla sicurezza

Non ha mancato di far giungere un saluto ai compagni dei Circoli della Libertà, sia pure via cellulare, la rossa più "azzurra" della politica italiana, Michela Vittoria Brambilla (nella foto). L’occasione era un incontro pubblico ai Molini Marzoli su tema della sicurezza, nel quale si annunciava la presenza della presidentessa nazionale dei Circoli, poi limitata ad un intervento via telefono, peraltro molto disturbato e in buona parte indecifrabile. Erano stati invitati alla serata vari primi cittadini della zona, alla fine ridottisi al sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli e alla collega di Venegono Superiore Mariolina Ciantia, oltre all’assessore alla sicurezza di Gorla Maggiore Enrico Macchi introdotti da esponenti locali del movimento dei circoli della Libertà (Gianluca Castiglioni, Andrea Barlocco, Michele Ferraioli) e da Luciano Barlocco, consulente in materia di sistemi informativi e di sicurezza dei dati. La presenza di Ciantia fungeva un po’ da "quota rosa" anche politicamente, vista la sua dichiarata affiliazione al PD, sia pure come sindaco di una Giunta «di larghe intese» che ha sparigliato le carte a livello locale.

«Siamo usciti da un incubo, liberi da Prodi» esultava una Brambilla ancora ilare. Una felicità condivisa da tutto il centrodestra che conta, ancora reduce dai bagordi di giovedì sera. Questi, per la cronaca, erano iniziati ancora in aula al Senato, con uno spuntino a spumante e mortadella in segno di spregio verso il silurato capo del governo, quasi ad annunciare, insieme all’aggressione al senatore Cusumano, lo stile del futuro che ci attende. «Bravo il presidente Berlusconi (nominato sempre con particolare deferenza ndr) a gestire la situazione in questi venti mesi senza mai demordere. Il governo era un morto che camminava; ora è morto del tutto» constata compiaciuta Brambilla.

I dati presentati in apertura di serata del referendum sulla sicurezza del novembre scorso, dalle percentuali di voto (sempre rasentanti l’unanimità) che farebbero arrossire anche Stalin, denunciano da Nord a Sud, anche nelle realtà locali sedicenti "rosse", il galoppante senso di insicurezza degli italiani e la loro ostilità al defunto governo Prodi. Commentandoli, Brambilla ha parlato di «sicurezza come punto fondamentale del programma che ormai si deve dire di governo; è avvertita come problema più ancora che non le tasse». Data per scontata una rapida quanto schiacciante vittoria del centrodestra alle prossime inevitabili elezioni anticipate, la presidentessa del Circoli della Libertà ha dichiarato che dal metodo del referendum dovrà partire quello di governo: «sottoporre le questioni ai cittadini per avvicinarli alla politica. Noi siamo movimento, per questo siamo vicini alla gente». Poi, come niente fosse, Brambilla ha buttato lì che «forse di qui al voto non ci saranno i tempi per costruire il Popolo della Libertà»; anche qui Berlusconi dixit, ovviamente.

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Pubblicato il 26 Gennaio 2008
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