Il benvenuto della FSI al nuovo direttore, tra speranza e emergenza
Il segretario provinciale scrive al dottor Gozzini, elencando le tante criticità dei tre ospedali ricevuti in eredità da Rania
Ai vertici dell’azienda ospedaliera di Gallarate e’ avvenuto l’avvicendamento del direttore generale: lascia il dr. Rania, arriva il dr. Gozzini.
Porgo, a nome di tutta la Fsi, gli auguri di un buon lavoro al neo direttore generale.
Sono, però, rammaricato nel constatare che il dottor Rania lascia un’eredità non facile al suo successore chiamato a gestire l’azienda.
Infatti l’organico nel ruolo sanitario e tecnico è ridotto al di sotto dei minimi termini ed il personale è stremato per essere quotidianamente spremuto come un limone !
Dal bilancio e dai dati extra contabili prodotti dall’azienda di Gallarate, tra ore di straordinario effettuate e non pagate (85.000) e ferie maturate e non godute, sussiste un debito verso i dipendenti di circa 1.900.000 euro.
Di fatto i dipendenti risultano essere tra i finanziatori principali dell’azienda se si tiene conto che i mutui che ha in essere l’azienda al 31/12/2006 ammontano a 3.797.000 euro.
La cosa più impressionante è che la cifra di 1.900.000 euro è dovuta alla carenza di personale sanitario e che su questo debito l’azienda non paga gli interessi passivi !!
I dipendenti , di fatto , sono come una banca obbligata, contro la propria volontà, a concedere gratuitamente un prestito: un caso unico nel mondo della finanza. Se ipotizziamo un tasso agevolato del 6% gli interessi a favore dei dipendenti ammonterebbero a 114.000 €.
È come se un infermiere, un‘ostetrica, un tecnico sanitaro, un amministrativo si trasformassero in hacker e tramite l’home banking si autoassegnassero un muto sulla casa, naturalmente senza il consenso della banca stessa, e addirittura senza pagare alcun interesse: il paese dei balocchi!
Una volta scoperti sarebbero perseguiti dalla magistratura.
Invece per l’azienda ospedaliera di Gallarate avere un debito costante verso i dipendenti per ore lavorate e non pagate o non recuperate è del tutto normale: una vera manna. Per i dipendenti invece è vita derubata.
La cifra di 1.900.000 € corrisponde a circa 65 unità di personale sanitario mancante per lo svolgimento di attività essenziali. Le 65 unità non rappresentano il fabbisogno effettivo , ma solamente il minimo per continuare a lavorare con l’acqua alla gola.
Quando manca personale minimo essenziale aumenta enormemente il rischio clinico perchè gli organici ridotti si trovano ad operare in situazioni critiche, di stress, sovraccarico di lavoro ed affarticamento.
L’agenzia per i servizi sanitari regionali ha reso noto nel giugno 2007 che il 69% degli errori in corsia è dovuto a sovraccarico di lavoro, stress, affaticamento, turni di lavoro non adeguati : tutto ciò ricade pesantemente sulla salute dei pazienti oltre che degli operatori sanitari.
Recenti atti di forte insofferenza manifestati dal personale di altre realtà sanitarie regionali ( Istituto nazionale dei Tumori di Milano, San Carlo etc.) Hanno determinato da parte del direttore generale dell’Assessorato alla sanità regionale dr. Lucchina e dall’assessore regionale dr. Bresciani autorizzazioni di assunzione.
La provincia di Varese invece si colloca in fondo alla classifica (al 78mo posto) tra tutte le provincie italiane nel rapporto tra infermieri e persone residenti e di questo dato la direzione aziendale di Gallarate finora non ne ha tenuto conto.
Se ad esempio la provincia di Varese avesse lo stesso rapporto infermieri / persone residenti che hanno le provincie di Cremona , Padova, Pavia, Bologna, avrebbe il 33% di infermieri in più e quindi l’azienda di Gallarate disporrebbe di 220 infermieri aggiuntivi. (non citiamo nemmeno realta’ come quelle di Gorizia, Bolzano Genova , Ferrara dove gli infermieri sono dal 63% all’83% in più rispetto alla provincia Varese).
Perfino stati come Uzbekistan, Repubblica Ceca, Turkmenistan, Estonia, Russia, Lituania, Ucraina, Cuba, Slovenia, Slovacchia, Arzerbaijan, Kyrgyzstan, Moldavia, Kazakhstan, secondo i dati pubblicati annualmente dall’organizzazione mondiale della sanità, hanno più infermieri in proprorzione alla popolazione rispetto alla provincia di Varese.
Se in altre realtà sanitarie regionali ed italiane il personale c’è, dipende fondamentalmente dalla ferma volontà della direzione aziendale di perseguire con efficacia, efficienza e senza scorciatoie il mandato fondamentale di garantire cure ed assistenza sanitaria alla popolazione di riferimento. A Gallarate non è così e si fa sentire pesantemente anche la mancanza di ostetriche e personale tecnico sanitario.
Se non ci pensa la direzione aziendale, giocoforza, come è successo in altre aziende ospedaliere lombarde, ci penserà direttamente il personale ormai stremato ma non più remissivo: la Fsi su questo da tempo è in prima linea.
Il dr. Rania recentemente aveva pubblicamente affermato che i rapporti interni sono sereni e permettono relazioni migliori con i sindacati: forse si è dimenticato che nel gennaio del 2006 l’azienda è stata condannata dal tribunale di Busto Arsizio per comportamento antisindacale nei riguardi della scrivente organizzazione e che oggi risulta avere numerosi esposti depositati all’Ispettorato del lavoro provinciale per la sistematica violazione del d. Lgs n. 66/2003. Tra il personale del comparto serpeggia un generale malcontento dovuto alla politica di gestione del personale che non ha prodotto i risultati attesi.
Ora il problema della carenza di personale medico al pronto soccorso del presidio di Angera mette il dito nella piaga perchè da tempo la Fsi aveva denunciato pubblicamente che non serve inaugurare nuove e funzionali strutture se poi l’azienda non procede di pari passo ad investire risorse economiche per nuove assunzioni sia nel comparto che nella dirigenza medica al fine di garantire l’adeguata assistenza.
A questo proposito segnaliamo che i medici, gli infermieri e il personale del ruolo sanitario sottoposti a turni massacranti negli ospedali, avevano visto nel decreto legislativo 66/2003 una norma di tutela dei loro diritti.
Ma ora il governo con la Finanziaria ha modificato, solo per il personale sanitario, l’articolo di legge che impone corretti tempi di riposo nel rispetto non solo del lavoratore, ma anche a giusta tutela dell’utente.
È provato come, in caso di turnazioni gravose, la soglia di attenzione cali e siano quindi più probabili non solo gli infortuni sul lavoro, ma anche il rischio di commettere errori .
Il riposo non è solo un diritto, ma anche un dovere e non si capisce come le norme del d.lgs. 66/2003 valgano per una commessa di un negozio, una cassiera di un supermercato o un impiegato di banca, mentre per il medico, l’infermiere, l’ostetrica i tecnici di radiologia e di laboratorio, che hanno in mano la salute delle persone, non sia un canone da rispettare.
La finanziaria ora demanda tutto alle disposizioni contrattuali.
Il nostro auspicio è che il nuovo direttore generale pretenda che a Gallarate medici, infermieri, ostetriche , tecnici di laboratorio e di radiologia, o.s.s., abbiano sempre almeno 11 ore di riposo continuative garantite tra i turni di lavoro oltre ad efficaci strumenti di tutela per chi svolge il servizio di pronta disponibilità.
Purtoppo la vecchia amministrazione lascia in eredità una pentola a pressione di problemi che sta per esplodere e che per anni è stata tenuta chiusa, cercando di far apparire l’azienda di Gallarate come una delle migliori in lombardia e in italia.
Proprio per questi motivi al dottor Gozzini va l’incoraggiamento di tutta la Fsi di Gallarate perchè i problemi che si trova sul tappeto sono notevoli, e ci auguriamo che collabori fattivamente per portare l’azienda fuori da questa fitta nebbia che impedisce di vedere gli iceberg.
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