Inchiesta rifugiati, la Ozanam chiede “trasparenza e chiarezza”

La cooperativa saronnese invia una nota nella quale spiega i compiti della società e si dichiara estranea ai presunti illeciti contestati dalla Procura

Trasparenza e chiarezza. È quello che chiedono il consiglio di amministrazione della cooperativa “Ozanam” ed il suo presidente Federico Franchi, finiti insieme all’omologa “Querce di Mamre” nell’occhio del ciclone per l’inchiesta "Templare" sulle truffe agli immigrati portata avanti dalla Procura della Repubblica di Varese. La cooperativa saronnese, come ha già fatto quella varesina, si difende e prova a spiegare il lavoro dei propri operatori nell’accoglienza e nella gestione dei richiedenti asilo che arrivano sul territorio varesino: «La cooperativa Ozanam esprime pieno sostegno al lavoro dei magistrati, affinché esso possa svolgersi in un clima sereno, indispensabile per fare chiarezza sugli accadimenti – si legge in una nota diffusa dai vertici della società -. Vogliamo ribadire con forza la nostra estraneità ai fatti anche parlando dei servizi che forniamo al territorio in cui operiamo. Siamo una cooperativa sociale di tipo B, che dal 1992 si occupa di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, a rischio di emarginazione, disabili psichici e fisici. Nello specifico, la nostra attività con gli immigrati riguarda solo una piccola parte del nostro operato: alla fine del 2007, su 148 persone occupate, solo 39 erano cittadini extracomunitari, tutti in possesso di permesso di soggiorno. In questi anni, il nostro rapporto con “Le Querce di Mamre”, alla quale va la nostra piena stima, ha riguardato l’avviamento al lavoro di persone ospiti nei loro centri di accoglienza e in attesa del riconoscimento dello status di profughi o del ricorso avverso il diniego della domanda di asilo politico. Solo a costoro, per permettere una permanenza dignitosa e l’acquisizione di autonomia economica e sociale, abbiamo offerto la possibilità di tirocini lavorativi retribuiti. Attività coerente con le nostre finalità di solidarietà. Attraverso azioni sul territorio, da un lato di inserimenti lavorativi di persone in difficoltà e dall’altro di attività economiche svolte con professionalità, ci siamo guadagnati la stima e la fiducia di enti, pubblici e privati, istituzioni, aziende e cooperative e soprattutto di coloro per il cui bene abbiamo speso le nostre energie e le nostre competenze».  

Per poter proseguire nel lavoro senza conseguenze soprattutto nei confronti di chi viene aiutato dalla cooperativa, la Ozanam chiede dunque che la Procura faccia chiarezza sulle indagini: «Chiediamo quindi con la massima determinazione una rapida e trasparente risoluzione della vicenda – spiega ancora la nota – per evitare gravi danni di immagine che possono mettere a rischio l’attività, con pesanti ricadute sull’occupazione: tali danni possono offuscare il lavoro svolto non solo dagli amministratori che si sono via via succeduti alla guida della cooperativa ma anche da tutti i soci lavoratori, i lavoratori ed i volontari che animano l’operato quotidiano».

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Pubblicato il 25 Gennaio 2008
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