“Io sono un animale”: presidio anti-vivisezione ai Molini Marzoli
Camici "insanguinati" per il presidio animalista in occasione del convegno sulle neuroscienze
Nuovo presidio animalista fuori dai Molini Marzoli, sede bustocca dell’Università dell’Insubria, dove oggi si è tenuto un convegno in materia di neuroscienze, e in particolare di meccanismi legati ad apprendimento e memoria. I militanti animalisti, impegnati nella campagna detta "Offensiva all’UnInsubria", sono rimasti tutta la giornata all’esterno della struttura distibuendo documenti ed esibendo cartelli e immagini con scritte contro ogni tipo di vivisezione, intesa nel significato lato di sperimentazione su animali che comporti sofferenze. Molti degli animalisti portavano camici bianchi da ricercatori macchiati da vernice rossa a simboleggiare il sangue della cavie versato per la ricerca. Macchie rosse campeggiano tuttora anche sui muri dei Molini Marzoli, che persone non identificate hanno bersagliato a palle di vernice a Capodanno.
Fra i giovani che hanno preso parte al presidio non mancava Davide, reduce da qualche giorno di sciopero della fame per "costringere" il Comune di Busto a fissare una data per un incontro pubblico sul tema della sperimentazione animale. È lo stesso Davide a consegnarci un documento intitolato "Io sono un animale", e che rimarca l’appartenenza dell’uomo ad un unico sistema naturale in cui tutti (uomini e non) hanno diritto di cittadinanza… e habeas corpus, ovvero di non essere arbitrariamente imprigionati, torturati, uccisi. «Per noi è importante sottolineare che chiediamo che i laboratori di ricerca, inclusi quelli dell’Insubria, siano aperti al pubblico, e si sappia sempre cosa vi viene fatto» dice Davide. Fuori, qualche agente delle forze dell’ordine a controllare che il clima, peraltro tranquillo, non si surriscaldi, e qualche "contestatore dei contestatori": come un signore che, stufo di slogan al megafono e cacche sul marciapiede, va a perorare ad alta voce lo sterminio dei cani, altro che diritti degli animali…
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