Malpensa, il Partito Democratico si muove

Tosi e Adamoli presentano una bozza di documento unitario: "Tutti devono prendersi le proprie responsabilità, Malpensa può risorgere"

Una bozza di documento per essere protagonisti nel dibattito su Alitalia e Malpensa. Lo ha elaborato il Partito Democratico varesino in attesa di integrarlo con i vertici regionali per poi presentarlo ad Enrico Letta lunedì 14 gennaio. Martedì 15, infatti, ci sarà il duplice appuntamento con il Tavolo Milano e in Aula alla camera per il dibattito sul futuro di Malpensa. Una mossa strategica e condivisa a livello collegiale, promossa dai vertici del Pd con l’obiettivo dichiarato di avere un ruolo nella trattativa per la cessione di Alitalia ad AirFrance: «Siamo gli unici ad aver elaborato un documento unitario – spiega Giuseppe Adamoli -, con la convinzione che al Tavolo Milano coordinato da Enrico Letta anche il territorio e la Regione possano e debbano contare. Non possiamo più stare ad ascoltare le strumentalizzazioni messe in campo da una parte del centrodestra, anche in Lombardia dove pur abbiamo instaurato un rapporto fruttuoso in tanti campi, dalla infrastrutture alle regole al federalismo fiscale. Il Governo non aveva alternative, AirFrance era l’unica soluzione possibile, la migliore sul piatto; altre ipotesi si sono sgonfiate, prima fra le quali quella di AirOne, per molti l’unica salvezza per Malpensa, equazione rivelatasi falsa. Vogliamo difendere Malpensa – aggiunge Adamoli – perché il mercato è qui, qui ci sono investimenti ingenti fatti dal Governo: non vogliamo rassegnarci ai tagli, ai licenziamenti e al piano Alitalia, che secondo noi deve cambiare. Questo lo può decidere solo il Governo, che ci auguriamo prenda in mano le sorti della trattativa per la cessione».  

È Stefano Tosi a presentare i punti chiave del documento che verrà sottoposto ad Enrico Letta: «Innanzitutto cercheremo di ottenere più di quanto non ha ottenuto Bossi nel suo viaggio a Roma, stendendo un velo pietoso sulla gita in Canton Ticino – commenta Tosi -. Malpensa non è una questione solo provinciale, è al centro dello sviluppo europeo, con investimenti infrastrutturali che non possono essere persi: l’Italia già rischia di essere esclusa da qualsiasi ipotesi di coinvolgimento, perdere quanto già deciso sarebbe assurdo. Si è persa l’occasione dell’alleanza con Klm un decennio fa, ora recuperare è durissima: il piano industriale è da rivedere, gli slot vanno liberalizzati consentendo ad altri vettori di operare acquistando le rotte lasciate libere da Alitalia. La costruzione di un sistema del trasporto aereo integrato a livello nazionale, con il coinvolgimento degli enti di gestione degli scali e degli enti locali è necessario, come del resto la liberalizzazione delle rotte non solo da e verso l’America, ma anche verso i Paesi emergenti – spiega Tosi -. Le merci poi: non tener conto dell’importanza di Malpensa in questo campo è un suicidio bello e buono. Bisogna proseguire il piano di interventi per accessibilità stradale, ferroviaria e integrare le tariffe: presto da Milano si potrà raggiungere Torino, Bologna e Roma in poco tempo e il treno diverrà concorrenziale con l’aereo. Infine, il Governo deve assolutamente rivedere il Piano d’Area di Malpensa, ormai superato: coinvolgere il territorio, il Parco del Ticino e rivedere l’organizzazione delle piste e delle strutture aeroportuali è un obiettivo centrale».  

Infine, un barlume di speranza: «Il 2008 e il 2009 saranno anni di crisi – chiosa Adamoli -, ma successivamente il recupero ci sarà. Tutti devono prendersi le proprie responsabilità, Sea e Comune di Milano per primi. Pensare agli ammortizzatori sociali e alla cassa integrazione è giusto, ma non deve essere un’ammissione della sconfitta senza lottare: comunque, se non sarà AirFrance, Alitalia non potrà fare altro che portare i libri in tribunale».

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Pubblicato il 10 Gennaio 2008
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