L’etichetta “parlante” che cambierà il mondo

Il laboratorio della Liuc che si occupa di sistemi di identificazione a radio frequenza (RFId) ha curato progetti in ospedali, a Malpensa e al Campo dei Fiori

Più di venti progetti in poco più di un anno, oltre a convegni, seminari e consulenze. Senza dimenticare, naturalmente, l’organizzazione del primo premio per i migliori progetti in Italia. A fare tutto questo è il laboratorio Lab#ID dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc. Nato circa un anno e mezzo fa, il laboratorio lavora nell’ambito dei sistemi di Identificazione a Radio Frequenza (RFId), ovvero una tecnologia per la identificazione automatica di oggetti. Il sistema, che in apparenza può sembrare complesso, è ben spiegato nella figura che riportiamo a lato. In termini generali, un sistema RFId è costituito da tre componenti: dei tag (etichette), che contengono i dati di identificazione di un oggetto, un’antenna, che emette segnali radio e riceve la risposta dai tag, e un lettore che controlla il funzionamento dell’antenna e in particolare decodifica i segnali ricevuti dai tag e li legge come dati. In modo semplificato, si può dire che l’RFId è un tentativo di migliorare ciò che oggi si fa con il sistema dei codici a barre.
«Il progetto – ci spiega il direttore Luca
Mari (nella foto), che abbiamo incontrato insieme a Samuele Astuti, ricercatore e Paola Negrin, responsabile delle relazioni esterne – è nato quando ci siamo resi conto che c’erano le condizioni per lavorare sul territorio con dei partner». E infatti il laboratorio vive grazie al contributo di Regione Lombardia e Camera di Commercio di Varese e alla collaborazione di Univa (Unione industriale). «Siamo una realtà estremamente flessibile e dinamica – continua Mari -. Tutto è partito perché abbiamo identificato da parte delle aziende, pubbliche e private, un reale interesse per un periodo limitato. Per questo per ora il laboratorio avrà una durata di tre anni, poi se ci sarà ancora necessità si vedrà…».
Giunto alla metà della sua attività, il laboratorio sembra quindi volare a gonfie vele ed aver raggiunto il principale dei suoi scopi. «Volevamo fare qualcosa di molto focalizzato che unisse la parte accademica alla parte applicativa – puntualizza il direttore -. Insomma, non volevamo fermarci a una società di consulenza e chiuderci un torre d’avorio. Abbiamo cercato invece di diventare catalizzatori di più richieste, ovvero uno strumento per creare un effetto rete. Il nostro ruolo è quello di mettere in comunicazione i potenziali clienti con i fornitori di tecnologie RFId per cercare di trovare le soluzioni migliori per tutti». In pratica quindi il team capitanato da Mari – composto da circa dieci persone di cui cinque a tempo pieno, oltre a una decina di laureandi – si occupa di realizzare studi di fattibilità dal punto di vista organizzativo e tecnologico. Prima di tutto vengono identificati i problemi organizzativi dell’azienda e chiariti gli obiettivi. Il secondo passo riguarda l’analisi dal punto di vista tecnologico: si tratta di tracciare oggetti piccoli o grossi? interni o esterni ad esempio al magazzino? Infine si contattano i fornitori e le due parti vengono messe in comunicazione.
Ma chi sono le aziende che
contattano il Lab#ID? «Siamo in grado di rispondere ad aziende molto diversificate – spiega Astuti (nella foto)   private e pubbliche, di piccole o medie dimensioni. Abbiamo raggiunto i venti progetti, per la maggior parte in Lombardia, ma lavoriamo anche nel resto d’Italia e all’estero». Le tecnologie RFId infatti hanno, secondo Astuti, possibilità immense. «Abbiamo tracciato sacche di sangue, strumenti chirurgici, valvole industriali, pannelli solari, bagagli aeroportuali, ma anche cemento, orologi e capi di abbigliamento». E anche i ciclisti amatoriali della provincia di Varese impareranno a conoscere questa tecnologia e il laboratorio Liuc. Sono infatti loro che hanno curato il progetto – collaterale ai Mondiali di ciclismo – al Campo dei Fiori: grazie ai rilevatori posizionati sulle biciclette, su dieci salite verrà rilevato il tempo impiegato dai corridori che riceveranno poi un sms e una mail.
«Ogni settimana abbiamo nuovi contatti con aziende – conclude Astuti -: da questo punto di vista ad esempio i convegni e incontri organizzati dai nostri partner sono un volano eccezionale per nuovi contatti. Nonostante la crisi economica ormai alle porte, non credo che l’interesse delle aziende scomparirà, perché questa tecnologia permette di aumentare l’efficienza e migliorare il lavoro».

Per contattare il Lab#ID

Telefono: 0331 572226

Indirizzo e-mail: labid@liuc.it
Sede Uffici: Università Carlo Cattaneo – LIUC (c.so Matteotti 22 21053 Castellanza)

Sede operativa: Presso MR&D Institute (via Dante Alighieri 5, 21013 Gallarate)

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Pubblicato il 18 Settembre 2008
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