Protesta del pubblico impiego, mille in corteo
Manifestazione alla direzione Generale del Lavoro. Traffico bloccato e una persona portata in Questura. I precari: "Non siamo lavoratori in scadenza come lo yogurt"
Erano quasi mille, tanto da riempire la trafficata via Sanvito, i lavoratori precari della Provincia – e i suoi sostenitori – in presidio oggi, 14 ottobre 2008, davanti alla direzione generale del Lavoro.
Un assembramento denso e colorato che gli automobilisti non si sono persi: il traffico, nella zona intorno alla concessionaria Alfa Romeo, è stato rallentato durante tutta la mattina, in particolare durante la forma di protesta "civile" attuata intorno alle 11: l’attraversamento delle strisce pedonali davanti alla direzione provinciale del lavoro. Una protesta che ha provocato anche la reazione violenta di un automobilista su di un furgone che ha cercato di forzare il presidio ma che sembra abbia urtato – senza ferirli – a due poliziotti in borghese. L’uomo, alla richiesta di documenti, ha reagito resistendo: con il risultato che è stato ammanettato e portato in Questura.
A parte il seppur grave episodio di intolleranza, la protesta in generale è invece stata dominata dall’ironia: striscioni colorati appesi al muro di fronte, vignette ironiche, e soprattutto "l’etichetta di scadenza" appesa sulle schiene di decine dei precari coinvolti. Precari "di lungo corso" – anche dieci anni al lavoro nello stesso ufficio dello stesso Ente – le cui sorti saranno ignote a partire dal 31 dicembre prossimo.
«Dopo mesi di silenzio, l’unica risposta ricevuta dalla Provincia è che per loro non ci saranno le leggi per la stabilizzazione dei precari se non secondo la riserva, cioè il 20% dei posti messi a concorso, come dice la legge finanziaria del 2007 – spiega Franco Mancini, della Rsu della Provincia – senza dirci però quanti sono questi posti». Dei lavoratori precari della Provincia – che sono circa 200, oltre un terzo della forza lavoro dell’ente – almeno 50 potrebbero godere di questa stabilizzazione. «Ma solo se viene applicata la stabilizzazione: sennò le nuove leggi dicono che dopo il terzo contratto debbano per forza o essere assunti o non più ripresi – spiega Raffaella Bonetto, componente anche’essa dell’RSU dell’Ente – E la maggioranza dei precari della nostra struttura sono in queste condizioni: il che significa che dal 31 dicembre in poi, dopo anni di lavoro in provincia, il loro futuro sarà ignoto».
Per questi lavoratori, «Che per numeri rappresentano la forza di una media azienda» la RSU ha già chiesto che se ne occupino, con un tavolo ad hoc, sindacati provinciali e rappresentanti dell’Ente: come succede nelle crisi aziendali. I primi passi saranno fatti, a livello sindacale, a fine settimana.
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