Ferrazzi: “Il posto di Battisti è il carcere”

L'assessore regionale e presidente provinciale di An critica le posizioni espresse dal Brasile sul caso dell'ex terrorista del Pac

«Definire rifugiato politico un assassino è vergognoso. Cesare Battisti è stato condannato più volte all’ergastolo per i suoi crimini, che comprendono quattro omicidi, ma oggi può circolare da libero cittadino. Si tratta di un gravissimo insulto ai famigliari delle sue vittime e a tutta l’Italia, che chiede giustizia per chiudere uno dei capitoli più bui della sua storia recente. Se la vicenda non si chiuderà con estradizione e carcere, è come se si legittimassero gli assassini a colpire nella certezza che troveranno sempre qualcuno disposto a coprire le loro colpe».   
 
Luca Daniel Ferrazzi, Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia e presidente di Alleanza Nazionale Varese, commenta così, a margine della mozione presentata oggi in Consiglio Regionale del gruppo consigliare del Pdl, la vicenda del terrorista del gruppo proletari armati per il terrorismo, per il quale il Brasile ha respinto la richiesta di estradizione in Italia, concedendogli lo status di rifugiato politico.   
 
Quattro delitti commessi in una stagione segnata dal sangue, con la Lombardia costretta a pagare il dazio di due vittime: il gioielliere Pierluigi Torregiani, per il cui omicidio Battisti è stato condannato come co-ideatore e l’agente della Digos Andrea Campagna, da lui stesso barbaramente assassinato.   
 
«E’ sconcertante – prosegue Ferrazzi – che un Paese come il Brasile, che intrattiene da sempre legami economici e culturali strettissimi con l’Italia e con la Lombardia in particolare, strumentalizzi questa vicenda in modo da far passare un atto dovuto nel nome della giustizia, in una sorta di vendetta, o come un accanimento nei confronti di un cittadino. Un cittadino che, è bene ricordarlo, si è vigliaccamente sottratto per quasi trent’anni alle sue responsabilità e alle sue colpe. Viviamo in un paese – conclude Ferrazzi- in cui il tema della sicurezza di quotidiani dibattiti e giustamente visto dai cittadini come prioritario per la politica. A maggior ragione, quindi, vorremmo che il principio della certezza della pena valga per il signor Battisti, che ha sulle spalle e sulla coscienza il peso di delitti per i quali è giusto che paghi. Il presidente Lula, che solo qualche mese fa è stato accolto a Roma con tutti gli onori, non può non tenerne conto, pena la perdita della sua credibilità politica e di fiducia della Lombardia e dell’Italia».

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Pubblicato il 27 Gennaio 2009
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