Consiglio provinciale aperto per parlare di Malpensa
Tutti i principali attori economici, sociali e politici riuniti a Villa Recalcati per fare il punto sulla difficile situazione dello scalo e le ripercussioni sul territorio. Giuseppe Bonomi: «Oggi Malpensa non è un hub, manca un vettore di riferimento». Mantovani: «Le liberalizzazioni sono già in atto»
Consiglio provinciale aperto a Villa Recalcati. Malpensa e la crisi economica protagoniste assolute. Presenti sindaci del territorio, rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria. Il presidente della provincia Dario Galli ha presentato i motivi dell’assemblea, con l’obiettivo di stendere una strategia per difendere Malpensa e far tornare l’aeroporto ai livelli che gli competono.
Giuseppe Bonomi, presidente di Sea – «Malpensa prima dell’addio di Alitalia è l’aeroporto che è cresciuto di più in Europa, fino al 10 per cento quando la media è del 5 sia per passeggeri che merci. Nel 2007 sono stati raggiunti livelli di eccellenza operativa sanciti dalla Iata, Malpensa è stato lo scalo più puntuale in termini di movimenti e miglior aeroporto cargo fino a 500 mila tonnellate di merci all’anno. L’evento traumatico che ha contratto il sistema è del 30 agosto 2007, quando Alitalia ha approvato un piano industriale che prevedeva la dismissione da Malpensa: dal 31 marzo 2008 al 1 novembre 2008 Alitalia ha ridotto dell’83 per cento la propria portata. Un piano scellerato per la stessa Alitalia, che ha deciso di rinunciare a una quota di mercato importante nell’area più produttiva del Paese e non solo: la Lombardia è seconda in Europa per numero di abitanti, Pil e numero di occupati (744 mila imprese attive in Lombardia). Noi abbiamo fatto scelte per ripartire e avere prospettive di sviluppo a medio termine: quello che è successo è un evento traumatico. I dati 2008 sono chiari: meno 9 per cento di ricavi (60 milioni), meno 5 milioni e 400 mila passeggeri, meno 14 per cento (69 mila tonnellate in un anno) di merci. Ci siamo confrontati finalmente con il mercato, senza un vettore di riferimento come prima era Alitalia. Da Malpensa si raggiungevano 77 destinazioni intercontinentali con un vettore di riferimento (Alitalia) che aveva 16 aerei, numeri ridicoli rispetto a quelli delle altre compagnie. Oggi Malpensa non è un hub, manca un vettore di riferimento. Abbiamo reagito e cambiato mentalità e strategia: siamo andati noi a bussare alle porte dei vettori e abbiamo recuperato 3,8 milioni di passeggeri e 630 nuovi voli (9 destinazioni di Alitalia) e 15 nuove compagnie per sette nuove destinazioni. Inoltre c’è il dato della capacità degli aeroporti in Europa: non più tardi della metà del prossimo decennio il trasporto aereo avrà un collo di bottiglia che saturerà il mercato in 60 medi e grandi scali in Europa, fonte Unione Europea. Mentre in Europa si investe in molti aeroporti da Francoforte a Londra, c’è un soggetto privato che pretende che Milano si privi di un’infrastruttura chiave come Linate. In difesa dei posti di lavoro, poi, Sea ha siglato accordi con i rappresentanti dei lavoratori, sono stati ridotti gli organici senza il rinnovo di numerosi contratti a tempo determinato e altri sono stati stabilizzati, è stato avviato il risanamento del settore handling. L’accesso alla cassa integrazione è stato un trauma, ma è stata avviata nella massima trasparenza. La seconda fase del piano verso l’Expo 2015 deve riportare Malpensa ad essere un hub; per fare questo serve un nuovo vettore di riferimento. Il partner più credibile individuato da noi è Lufthansa, che ha già un modello industriale multihub integrato sia con le destinazioni della compagnia che con quelle dell’alleanza internazionale. Lufthansa è solida, insieme abbiamo costruito un cammino comune, con tanto di partnership strategica che deve inserire Malpensa nel sistema multihub di Lufthansa con il ruolo che gli spetta. Il vettore tedesco ha, per la prima volta, costituito una nuova compagnia aerea in un altro Paese. Lufthansa Italia è partita bene e, al momento, è la più chiara prospettiva di sviluppo del nostro aeroporto. Il resto sono chiacchiere senza significato. Questa è vera concorrenza».
Mario Mantovani (sottosegretario alle Infrastrutture): «Il presidente del consiglio è sempre informato sulle azioni di tutto il territorio. Il governo sta facendo tanto, la crisi è globale, l’Italia sta facendo la sua parte anche e soprattutto per i lavoratori che pagano la crisi. Dodici aziende hanno usufruito degli aiuti stanziati dal governo. La situazione di Alitalia è stata gestita bene dal governo: abbiamo salvato la faccia, evitando di portare i libri in tribunale come hanno fatto altri, penso alla belga Sabena. Gli imprenditori di Cai lavorano per l’interesse del Paese. Abbiamo avuto grande riguardo per il personale in esubero e per gli azionisti della vecchia Alitalia, abbiamo salvato gli asset decisivi di export e turismo. Ora pensiamo a Malpensa: nel decreto anticrisi c’è un punto chiave che parla di accordi bilaterali e di possibilità di concedere deroghe temporanee particolari a compagnie che ne fanno richiesta da parte di Enac. A Malpensa sono state rilasciate concessioni provvisorie a Emirates per gli Emirati Arabi Uniti, ad El Al per Israele, a Belavia per la Bielorussia (Minsk), ad Air Moldova per la Moldavia (Chisinau), a Catai Pacific per Honk Hong per i vettori cargo, per la Corean Air verso la Corea del Sud, per Honk Hong, per l’Iran e per la Turchia con Cargo Lux sempre per il ramo merci. La linea del governo è questa: in assenza di avviso contrario del ministero degli Esteri saranno concessi permessi a tutti i vettori che ne fanno domanda in via transitoria. Ricordo che Malpensa resta strategica per il governo, l’impegno di Berlusconi e Bossi c’è e ci sarà. Per combattere la crisi in Lombardia il governo ha messo in previsione 65 opere infrastrutturali per l’Expo 2015”.
Dario Galli (presidente Provincia di Varese): «La questione nei suoi molteplici aspetti è stata sviscerata. Alitalia se ne è andata: pazienza, ci perdono più loro che noi e si vede dai dati. Lufthansa la seguiamo con attenzione, c’è la possibilità di ricollocare lavoratori in settori chiave come la manutenzione. Per chi ha perso il posto gli ammortizzatori sociali ci sono ed è importante. In sei mesi un anno al massimo dobbiamo mettere in campo strategie: nei fatti Malpensa deve essere lasciata libera, i numeri per crescere ci sono, è solo stata bloccata dalla “politica”. Serve la liberalizzazione, già avviata in parte con i patti bilaterali con gli stati e le compagnie interessate, svincolati da una compagnia di bandiera che non c’è più e non deve più essere favorita. Il cargo è fondamentale per il territorio, per gli imprenditori e i lavoratori. Se i soldi li lasciassero qui sarebbe positivo: noi le cose le sappiamo fare. Per Roma tre aeroporti vanno bene, per noi due no? Linate non deve chiudere, Malpensa tanto meno».
Attilio Fontana, sindaco di Varese – «Malpensa e Sea stanno cercando di recuperare mercato in clima di scelte scellerate fatte da Cai e Alitalia. Malpensa avrà successo perchè il mercato è qui. Fiducia a Sea e Bonomi e all’iniziativa intrapresa da Lufthansa. I risultati e l’impegno dicono che il successo ci sarà. Il protezionismo non ha senso, deve essere eliminato quanto prima sulla Milano-Roma. Per il bene del sistema e dei passeggeri. la relazione di Bonomi è improntata sul cauto ma concreto ottimismo, con la volontà di perseguire uno scopo lontano, ma visibile. Con il piano di abbandono di Malpensa è stata fatto uno sfregio al Nord e a Malpensa, ma il territorio saprà dare risposta alle difficoltà».
Raffaele Cattaneo (assessore regionale Infrastrutture): «Malpensa è un problema del territorio, ma non un problema provinciale: il tema è ampio, la difesa di Malpensa riguarda il Paese. Il 42 per cento dell’export arriva da qui, il 52 per cento degli investimenti parte dalla Lombardia: come faranno gli investitori a investire qui senza poter arrivare nel nostro territorio? I dati dicono che è una grande bugia che Malpensa è sperduta e irraggiungibile: Malpensa è cresciuta del 24 per cento annuo fino al 2006 per movimentazione merci, è cresciuta del 13 per cento all’anno per passeggeri. Vuol dire che il mercato è qui. E’ opportuno pensare a Malpensa come elemento fondamentale per affrontare la crisi: genera 10 miliardi di euro di traffici, occupa 15 mila persone direttamente senza contare l’indotto. Malpensa ha prosperato anche nel 2008, il suo anno terribile che è coinciso con l’addio del vettore di riferimento, ma non ha subito colpi mortali. Nell’arco di dieci anni i passeggeri sono raddoppiati nel sistema aeroportuale milanese: mi preoccuperei di più se fossi un azionista di Alitalia. Il malato grave è Alitalia, non Malpensa, che ha già svoltato. La difficoltà del trasporto aereo è diffusa. Anche la terza pista è all’ordine del giorno: non dobbiamo fasciarci la testa, ma investire al di là della crisi. Gli scenari di sviluppo sono tre: il trasporto merci, gestito per metà a livello nazionale da Malpensa fino allo scorso anno, non è stato lasciato per strada, sono arrivate Lufthansa, CargoLux e Alis; per l’hangar di Malpensa abbandonato da Alitalia c’è l’opzione Lufthansa Techick che intende investire e assumere fino a 160 lavoratori in tre anni. Non credo che bisogna chiudere la porta in faccia al vettore di riferimento naturale a Malpensa che è Alitalia, ma non possiamo neppure remare contro corrente.La liberalizzazione del mercato di diritti di traffico, slots e rotte si è già attivata. Da qui al 2014, in tempo per l’Expo, Malpensa sarà uno degli aeroporti meglio collegati rispetto agli aeroporti europei (tunnel di Castellanza, bretella a Milano che collegherà Centrale a Malpensa e la navetta da Busto a Milano che fermerà a Ferno-Lonate per collegare le Fs alle Nord)».
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