“Il liceo è senza soldi, sospendiamo i corsi di recupero”
Il dirigente del "Sereni" scrive ai genitori e annuncia che, per pagare i supplenti, è costretto a interrompere le lezioni per gli studenti rimasti indietro col programma. in vista assemblee
Mancano i soldi in cassa e il liceo di Luino taglia i corsi di recupero. Da martedì, infatti, le lezioni per gli studenti che non hanno ancora raggiunto brillanti risultati e che hanno bisogno di fare pratica, non ci sono più. Lo ha comunicato il dirigente scolastico, Emilio Rossi, alle famiglie dei 900 studenti, con una lettera secca e senza giri di parole: “A causa dell’indisponibilità di finanziamenti, non stanziati dal ministero, nei prossimi mesi di marzo, aprile, maggio e giugno, non sarà possibile pagare gli stipendi ai supplenti. Pertanto, il dirigente scolastico, sentito il parere delle rappresentanze sindacali, ritiene di dover sospendere i corsi di recupero in atto, a partire da domani, martedì 17 marzo, fino a nuovo ordine. Il corrispettivo permetterà il parziale pagamento degli stipendi ai docenti supplenti a carico del bilancio della scuola”. Che significa? Semplice, la scuola paga direttamente i supplenti, ma paga anche le ore che i docenti fanno per i corsi di recupero e che da tabella costerebbero circa 50 euro lorde all’ora. Bene, qualche giorno fa, il dirigente ha convocato la Rsu, e ha chiesto che fare. “Non posso non pagare i supplenti – spiega il preside – oltretutto mi hanno fatto osservare che si determinerebbe una situazione da codice penale e cioè l’interruzione di pubblico servizio”.
E allora, dirigente e sindacati hanno scelto la seconda strada, bloccando subito i corsi di recupero. La lettera è stata firmata anche della Rsu, ma ora che succederà? “I genitori sono preoccupati – spiega il dirigente – ma io al ministero avevo già scritto, eppure non ho avuto risposta, e inoltre aggiungo che il nostro istituto aspetta ancora 130mila euro di crediti da Roma”. Il consiglio di istituto è stato convocato per mercoledì prossimo, il collegio docenti ne discuterà quanto prima. Già oggi, partiranno le assemblee degli studenti e anche la Rsu ha convocato una assemblea. Qualcuno ha proposto di far pagare i corsi ai genitori, altri di bloccare le lezioni per una settimana: fare i corsi di recupero nelle ore normali e così non aumentare le ore dei docenti a carico della scuola. Tutte soluzioni che andranno attentamente soppesate e che stanno suscitando un ampio dibattuto. Anche tra i politici. “E’ una situazione paradossale – commenta Alessandro Alfieri del Pd – mi hanno chiamato alcuni genitori molto preoccupati. Sono gli effetti della riforma Gelmini e di una politica che sta sempre di più facendo soffrire gli enti locali e le autonomie scolastiche”.
E allora, dirigente e sindacati hanno scelto la seconda strada, bloccando subito i corsi di recupero. La lettera è stata firmata anche della Rsu, ma ora che succederà? “I genitori sono preoccupati – spiega il dirigente – ma io al ministero avevo già scritto, eppure non ho avuto risposta, e inoltre aggiungo che il nostro istituto aspetta ancora 130mila euro di crediti da Roma”. Il consiglio di istituto è stato convocato per mercoledì prossimo, il collegio docenti ne discuterà quanto prima. Già oggi, partiranno le assemblee degli studenti e anche la Rsu ha convocato una assemblea. Qualcuno ha proposto di far pagare i corsi ai genitori, altri di bloccare le lezioni per una settimana: fare i corsi di recupero nelle ore normali e così non aumentare le ore dei docenti a carico della scuola. Tutte soluzioni che andranno attentamente soppesate e che stanno suscitando un ampio dibattuto. Anche tra i politici. “E’ una situazione paradossale – commenta Alessandro Alfieri del Pd – mi hanno chiamato alcuni genitori molto preoccupati. Sono gli effetti della riforma Gelmini e di una politica che sta sempre di più facendo soffrire gli enti locali e le autonomie scolastiche”.
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