Le voci della città: “La politica non riesce a decidere”

È questa un'impressione comune fra alcune opinioni raccolte nella società civile cittadina

A tre anni dall’insediamento a Palazzo Gilardoni del sindaco – al momento dimissionario -Gigi Farioli, la città che lo giudica per quello che ha fatto e quello che non ha fatto. Se per strada i giudizi non erano esaltanti, le voci raccolte in vari ambiti della società civile presentano un bilancio in chiaroscuro per il sindaco sostenuto da Pdl e Lega. Soprattutto emerge una difficoltà di prendere decisioni chiare e attuarle. 

Per Rudy Collini, presidente del comitato dei commercianti del centro cittadino, il sindaco e la sua giunta hanno lavorato bene per il commercio: «Non possiamo lamentarci del sindaco – dice Collini – ha sostenuto molte delle nostre iniziative. Se devo individuare una pecca è la politica in generale con i suoi ritmi e con le sue liti. Le divisioni hanno provocato una certa lentezza nel prendere le decisioni e questo fatto ha penalizzato un po’ la città. Quando ci sono idee buone bisognerebbe cercare di velocizzare la loro messa in pratica e lasciare da parte le divisioni, soprattutto in questo periodo particolare di crisi».

Secondo Fausto Sartorato, rappresentante sindacale dei dipendenti del Comune della sigla SdL intercategoriale, il sindaco era partito col piede giusto ma ha finito nel peggiore dei modi, soprattutto nella gestione della vicenda Corte dei Conti e superstipendi nell’amministrazione pubblica: «E’ evidente che il sindaco è blindato dalla Lega Nord – spiega Sartorato – dal punto di vista sindacale non abbiamo ottenuto nulla e gli unici a pagare in questa vergognosa vicenda sono stati i dipendenti del comune, quelli dei 1000 euro al mese che si sono visti decurtare lo stipendio di 100 euro. Il sindaco non è stato in grado di difendere le categorie più deboli».

Dai rappresentanti di interessi come il sindacato e i commercianti si passa all’opinione della periferia della città. Così Lino Lunardi, promotore di un comitato contro un campo nomadi nel quartiere Redentore, vede l’operato del sindaco: «A Busto si è inceppato qualcosa nella politica negli ultimi 15 anni – spiega Lunardi – non si prendono decisioni e ci si pone veti a vicenda mentre le periferie continuano ad essere troppo staccate dal centro. Non ci sono nemmeno più idee ed è colpa del modello di società imposto dalla Lega nelle ultime giunte che ha fatto chiudere la città su se stessa e non facendo permeare più nulla dall’esterno nel nome di una Busti Grandi che faccio fatica a vedere. Basti vedere la confusione sulla decisione di posizionare il campo attrezzato per le roulotte nel mio quartiere mentre le strade sono a pezzi e i servizi latitano».

Sempre in tema di periferia, parla Giovanni Sacconago, presidente della Famiglia Sinaghina, storica associazione organizzatrice, tra l’altro, del Carnevale cittadino. «L’amministrazione Farioli per Sacconago non ha fatto niente, siamo ancora alle promesse» ci dice. «È vero che scelte di fondo, alcune davvero delittuose come la zona industriale o l’abbandono a sè stesso del centro storico, vengono da lontano e non ci si può fare più niente. Oggi i politici amministrano solo come immagine, vengano invece a farsi un giro di persona sul territorio, come facciamo noi che lo viviamo quotidianamente. A Sacconago sono da rilanciare da anni Villa Calcaterra e la Villa Azimonti, il vecchio oratorio maschile. Nella prima la Provincia avrà bisogno solo di qualche ufficio, il resto lo vorremmo sede di un Museo della Resistenza nell’Alto Milanese, aggungendo l’attiguo bunker tedesco: era la sede del comando nazista. Bisogna fare presto, ormai sono in pochi i testimoni di quegli eventi».

Dal mondo dell’impegno sociale e delle associazioni arriva il commento di Vittorio Di Mattei, insegnante di italiano agli stranieri presso le scuole Manzoni e socio degli Amici della Cascina Burattana: «Al di là di ogni questione spicciola su ciò che la giunta ha fatto o non fatto, non si può non notare, in generale, che questa amministrazione ha mostrato una grande difficoltà nel prendere delle decisioni. Sembra di vedere all’opera l’ultimo governo Prodi del centrosinistra, che approva la Finanziaria poi si autoaffonda…»


Un breve commento anche dall’architetto Augusto Spada, storico dello sviluppo urbano: «Non posso dire di aver seguito nei dettagli le scelte della giunta, ma colgo come tutti quanto succede in città. Vedo che si perdono pezzi di patrimonio storico, con la scomparsa del cotonificio Airoldi e Pozzi ad esempio. Al contrario, non ho ancora notizie di piazza Vittorio Emanuele II e dintorni, dove sembrava che fosse ormai tutto pronto per partire con i lavori dell’autosilo e della riqualificazione urbana».

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Pubblicato il 19 Marzo 2009
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