Il comitato: “Ma qui le puzze si sentono ancora!”

Circa 300 persone che vivono nelle vicinanze della ex Fraschini insistono: "Bene le inchieste, ma adesso pensiamo alla bonifica

«Questa mattina mia figlia mi ha chiesto per l’ennesima volta: ‘Papà, ma ancora questa puzza?‘. E che dovevo risponderle?». Non può certo cantare vittoria a pieni polmoni Massimo Aletti, presidente del comitato "Adesso Basta" sostenuto da 300 famiglie della zona fra Cittiglio e Brenta, per opporsi alle puzze che si sentono nella zona. Accusa lanciata dai componenti del comitato proprio alla ex conceria, l’area messa sotto sequestro ieri dalla magistratura, con otto indagati e le fiamme gialle in azione. «Sì, certo siamo contenti che qualcosa si muova – spiega Aletti – ma se le puzze non se ne vanno, i problemi per noi che qui viviamo, restano. Quest’inverno sembrava che qualosa, poco poco, si muovesse. Ma il miglioramento non c’è stato e a partire dai primi caldi siamo tornati ai livelli dell’anno scorso».

Il terreno nelle vicinanze dell’impianto in questione era già stato oggetto di carotaggi da parte dell’Arpa di Varese che nel corso del 2007 aveva fatto dei rilievi, da cui sono emerse presenze di sostanze chimiche pericolose, tra cui: cromo, cadmio, mercurio. Poi il comitato ha cominciato a lamentarsi per le puzze nell’aria, e ha raccolto firme, chiedendo incontri coi sindaci e con la Provincia. La struttura in questione è composta da due parti. Una, in territorio di Brenta, è la fabbrica vera e propria, la conceria. L’altra, a Cittiglio, ospita un depuratore con tanto di vasche. Proprio su queste ultime il cominatto ha qualcosa da dire. «Non abbiamo mai visitato queste vasche – spiega Aletti – e non conosciamo il contenuto. Continuiamo però a sentire puzze: ci viene i sospetto che queste non siano state svuotate e che i miasmi arrivino da lì. Per questo nel breve periodo la prima cosa che chiediamo è lo svuotamento di queste vasche. Lo chiediamo nello specifico al comune di Cittiglio». E poi?
«Poi – conclude Aletti – la parte più importante consiste nella bonifica dell’area. Per il momento non ci risulta che la falda acquifera sia compromessa: si tratta di un inquinamento superficiale. Ma i terreni, quelli sì, andrebbero bonificati. E il compito non può essere scaricato su comuni come Cittiglio o Brenta che probabilmente non hanno risorse ingenti da mettere in campo per queste operazioni. Per questo scriveremo al Prefetto, chiedendo un intervento da parte dello Stato».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Agosto 2009
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