Novemila fiocchi in provincia
Ha tra i 30 e i 34 anni la mamma varesina che preferisce partorire in ospedale, magari ricorrendo al taglio cesareo.
Novemila fiocchi. Nel 2008 tante volte la cicogna è entrata nella nostra provincia. La quasi totalità delle donne ha optato per un travaglio in ospedale assistita da medici: solo una gravida su mille, infatti, ha preferito il parto in casa, assistita dalle sole ostetriche, magari nell’ambiente accogliente della casa maternità di Induno gestito da Marta Campiotti.
Un’ospedalizzazione massiccia che tiene basso il tasso di mortalità infantile: sono infatti 2/3 bambini su 1000 a morire entro l’anno di vita. Un risultato importante, anche considerando la specializzazione raggiunta dall’ospedale di piazzale Biroldi nella lotta alla SIDS, la sindrome da morte in culla di cui il reparto diretto dal professor Luigi Nespoli è uno dei punti di riferimento nazionali.
L’ospedale "più gettonato" dalle mamme è stato indubbiamente il Del Ponte di Varese che ha assistito all’arrivo di 3329 neonati seguito dal Circolo di Busto Arsizio di Busto Arsizio con 1353 nascite e dal sant’Antonio Abate di Gallarate con 1228. I fiochi azzurri sono stati 4693 rispetto a quelli rosa 4461 ( una predominanza maschile in tutti i centri con la sola esclusione dell’Ondoli dove le femmine sono state più numerose 254 contro i 225 machi e di Cittiglio dove le femmine hanno superato di pochissimo i maschi 360 a 357).
Tra i punti nascita "secondari", si segnalano le 949 nascite avvenute al Galmarini di Tradate, le 912 di Saronno, le 717 di Cittiglio e le 552 dell’Ondoli di Angera.
Tra le scelte delle donne varesine anche punti nascita extraprovincia voluti dall’otto per cento delle mamme, mentre decisamente più consistente è stata l’accoglienza di gravide da fuori territorio: ben il 21% dei nati nel 2008 sono residenti fuori dai confini del varesotto.
Consistente, la quota rappresentanta da mamme extracomunitarie: il 22% delle puerpere nel 2006 ( ultimi dati registrati dall’Asl) era di nazionalità straniera. Le etnie più presenti sono albanese, romena e marocchina.
Da sottolineare l’età media delle madri: mentre per le italiane il picco si registra tra i 30 e i 34 anni ( 2826), per le straniere l’età più frequente è tra i 25 e i 29 anni ( 454 contro i 355 del quinquennio successivo). Le donne italiane, quindi, evidenziano uno spostamento in avanti della maternità: oltre al picco citato, la maggior parte delle nascite si registrano tra le over 35 ( fino ai 39 anni: 1725). Sono, invece, 1348 le donne che diventano madre tra i 25 e i 29 anni ma si segnalano anche i 345 mamme ultraquarantenni e i 66 under 20. Decisamente più esigua la scelta di maternità oltre ai 44 anni: dodici italiane e una straniera.
A fronte dei nati, si registrano anche le interruzione volontarie della gravidanza (IVG): nell’azienda di Busto sono state 387 ( 103 al Circolo, 141 a Saronno e 143 a Tradate); nei due presidi di Varese 890 ( Varese 766 e 124 a Cittiglio).
Sempre più grande l’attenzione che si mette sul momento della nascita. Dato che la quasi totalità delle puerpere sceglie l’ospedalizzazione, i singoli presidi si sono attrezzati per rendere più "naturale" il momento della venuta al mondo da parte del piccolo. Si diffonde la cultura del parto in acqua: al Sant’Antonio di Gallarate lo scorso anno sono state 41 le donne che si sono immerse nelle vasche e nel primo semestre di quest’anno sono già stati 20 i neonati venuti al mondo "nuotando". La stessa offerta viene proposta dal Pia Luvini di Cittiglio (70 circa) e dal Galmarini di Tradate ( circa 100).
All’Ondoli di Angera, invece, si è dato rilevanza all’ambiente rilassante fatta di musiche e luci versatili, posizioni libere e box riservati alla coppia per vivere appieno e insieme il momento speciale.
Ai metodi naturali, poi, si aggiungono i sistemi medicali: il metodo in analgesia, la famosa epidurale che lo scorso anno ha registrato un’adesione del 39,72% all’ospedale Del Ponte di Varese, e il taglio cesareo ( in analgesia locale o totale). Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità consigli di mantenere una quota di cesarei che si aggiri sul 20-25% del totale, nella nostra provincia, la percentuale è decisamente superiore ( anche se inferiore alla media nazionale).
L’ospedale dove il cesareo è più frequente è quello di Angera dove il 39% dei bimbi è nato chirurgicamente ( percentuale che è scesa al 25% lo scorso anno). Al Del Ponte è stato attuato ad un parto su tre ( 32%). Nel presidio di Cittiglio in tre anni si è passati dal 36 al 37% del 2008, mentre al sant’Antonio la percentuale è stata di poco inferiore: 28%. Con il 23,4% di Tradate, il 27% di Busto e il 21% di Saronno, l’azienda ospedaliera di Busto si è dimostrata più vicina alle direttive dell’Oms.
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