Dislessia, una squadra di professionisti per aiutare gli studenti
Partirà con l'anno scolastico 2009/2010 un progetto a sostegno degli universitari con disturbi specifici dell'apprendimento
Laddove il sistema legislativo non arriva, è l’università che può attivarsi per sostenere i suoi studenti. Ed è proprio quello che dall’anno scolastico 2009-2010 farà l’Insubria con gli studenti e le studentesse con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), ovvero disturbi delle abilità scolastiche e in particolare dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. Si tratta in Italia di 1.5 milioni di persone, circa il quattro per cento della popolazione. In questi ultimi anni il sistema scolastico italiano si sta dotando degli strumenti necessari a tutelare le esigenze di questi alunni con questo tipo di diagnosi, ovvero bambini che non presentano deficit di intelligenza, ma disturbi in specifici campi quali lettura, scrittura e calcolo. Nel caso specifico della dislessia, si tratta di una difficoltà di lettura che compromette la capacità di leggere in maniera fluente e spesso di acquisire nozioni tramite la lettura. «Il ministero – spiega il dottor Cristiano Termine, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale Del Ponte e ricercatore dell’Insubria – ha emanato note e normative specifiche per le scuole elementari, medie e superiori che funzionano, anche se non sempre vengono realmente applicate». In pratica si tratta di fornire a persone con dislessia diagnosticata una serie di strumenti quali un uso più diffuso del computer e di programmi di sintesi vocale, la possibilità di utilizzare libri in formato elettronico, di prediligere la forma orale a quella scritta o anche solo di avere più tempo a disposizione in caso i prove o esami.
«Una volta diagnosticata la dislessia può migliorare – continua Termine –, ma è chiaro che più si va avanti nel percorso scolastico e lavorativo, più aumentano le difficoltà che la persona deve affrontare. Il problema è che queste norme non riguardano l’università: qui non c’è nessuna tutela legislativa per i dislessici. Ad esempio non è prevista alcuna facilitazione per i test di ingresso all’università proprio perché non esiste nessuna normativa di riferimento». La dislessia infatti non è riconosciuta come una disabilità e quindi gli studenti universitari non sono tutelati né dalla legge 104 (Legge 5 febbraio 1992, n. 104"Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate") né da altre norme. Gli atenei quindi, laddove c’è la volontà, devono fare da sé. Ed è questo che ha deciso di fare l’Insubria con il progetto “Iniziative a favore degli studenti dislessici” organizzato dal Servizio disabili dell’Ateneo gestito dal professor Marco Cosentino, in collaborazione con la neuropsichiatra infantile dell’ospedale Del Ponte e il centro Iride (Istituto di Ricerca sulla Dislessia Evolutiva). Il progetto riprende quanto era stato stabilito dalla Conferenza nazionale universitaria dei delegati per la disabilità (Cnudd) del 2006 che chiedeva di garantire accoglienza agli studenti con dislessia e di iniziare una riflessione sulla possibilità di uniformare le azioni a livello nazionale. Questa esigenza è ormai evidente dato che – grazie al miglioramento del percorso scolastico di studenti dislessici dalle elementari alle superiori -, è in continuo aumento il numero di coloro che, diversamente dal passato, si iscrivono all’università.
Per informazioni:
E-mail: disabilita@uninsubria.it
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