I solisti del trapano fanno nascere una moto
Viaggio nello stabilimento della Husqvarna, dove l'abilità la perizia degli operai è ancora importantissima
Come nasce una moto? Nella stabilimento della Husqvarna, ci sono gli show room per i clienti e i pannelli solari che riducono l’impatto ambientale. Ma il cuore delle fabbriche, la “nostre cattedrali”, come ha scritto qualcuno, è sempre lì, nel nucleo produttivo, l’officina di assemblaggio.
Alle 13 e 15, la linea di montaggio numero 2, dello stabilimento di Cassinetta, ha prodotto 66 moto, sulle 81 previste oggi per ogni linea. Ma potrebbero essercene molte di più, ci sono infatti attive 2 linee su 3 di produzione e montaggio. Le moto difettate si fermano dopo la torretta di controllo, a lato, entro sera saranno messe a posto. Quest’anno l’azienda del gruppo Bmw, aveva previsto di venderne 20mila, ne produrrà invece 16mila. Tutte le linee potrebbero produrre a pieno regime 40mila moto l’anno. I fornitori dei pezzi sono principalmente in Lombardia, Bologna, Torino, Brescia e nel nord Italia. Alcune scatole di viti hanno indicazioni orientali.
Con l’arrivo di Bmw ci sono state sostanziali novità organizzative. Gli operai lavorano su banchi fissi, ma intorno a loro hanno tutte le vaschette dei pezzi di montaggio su comodi banchi a rotelle. Quando finiscono le viti, passa un carrellino chiamato “treno logistico”, fa un viaggio cadenzato nel tempo, per rifornire le cassette con viti, bulloni e pezzi. L’obiettivo è produrre senza perdere tempo in spostamenti o a cercare altri pezzi, e avere a disposizioni tutta la componentistica, indipendentemente dal modello di moto che si sta assemblando. Il metodo è mutuata dai giapponesi. La fabbrica è relativamente silenziosa, i rumori ridotti al minimo, niente a che vedere con i telai, ad esempio.
C’è poi un interessante metodo per evitare gli errori. All’inizio delle linee viene posizionata una moto prodotta il giorno precedente. I tecnici hanno posto delle piccole frecce adesive colorati nei punti in cui un bullone è stato avvitato male o una forcella non è bel centrata. Quando arrivarono i tedeschi in azienda, raccontano, gli operai ci rimanevano male per le troppe frecce, quasi maledivano la pignoleria bavarese. Ma oggi le frecce colorate sono diminuite, segno che hanno imparato a migliorare se stessi.
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