Steve Jobs torna in carica, con gli iPod della generazione YouTube
Tante le novità della conferenza Apple di mercoledì sera: un Touch che sfida la PSP, un iTunes che sfida definitivamente il CD e attenzione ai social network
La novità più grande dell’ultima conferenza di Apple, tenutasi mercoledì sera al Yerba Buena Center di San Francisco, non è stata un iPod o un iPhone, ma una persona. A presentare i nuovi prodotti, infatti, è stato Steve Jobs, il fondatore dell’azienda. Jobs, che è una figura quasi mitica per i fan della mela, si era ritirato tre mesi fa per sottoporsi ad un trapianto di fegato. Accolto da un’ovazione, uno dei padri dell’informatica ha iniziato la conferenza ringraziando il ragazzo che gli ha permesso di continuare a vivere: «Come sapete cinque mesi ho subito un trapianto di fegato. Ora ho il fegato di un ragazzo venticinquenne morto durante un incidente d’auto e generosamente donato. Non sarei qui ora senza tale generosità, e per questo mi auguro che tutti noi possiamo essere così generosi e divenire donatori di organi».
Dopo questo momento personale, ecco le novità: nessuna rivoluzione, se non nella continua innovazione e capacità di stare al passo coi tempi. Partendo da iPod: il lettore musicale che ha salvato Apple negli ultimi anni, si appresta ad affrontare un mercato ormai saturo. Per questo l’azienda ora prova a catturare un target più giovane, quello degli adolescenti. Come? Integrando una videocamera (niente foto, solo video) nel Nano, in grado di pubblicare velocemente su YouTube. Insomma, la videocamera meno costosa per la generazione YouTube è pronta.
E poi, sempre per pensare ai giovani, Apple sfida apertamente Nintendo e PlayStation, abbassando il prezzo di iPod Touch. Il primo iPod pensato appositamente per i videogiochi gode ora di un processore più potente (non una roba da cellulari, ma da mini-computer) e, soprattutto, dei videogiochi che hanno fatto la fortuna della concorrenza (come Assassin Creed e Need For Speed Shift), ma a prezzi di gran lunga più bassi.
Infine Apple ha dato un ritocco al software da cui tutto questo si gestisce. Il nuovo iTunes, già scaricabarile gratuitamente, ha uno store più facile da navigare e, soprattutto, l’integrazione con Facebook e Twitter (per pubblicare, ad esempio, i brani che vorremmo farci regalare).
iTunes, ora, prova anche a rispondere a tutti i dubbi di discografici e case di produzione sul prodotto digitale. Ora, con il software iTunes LP, chi compra l’album intero può ricevere dei booklet interattivi (spesso disegnati dagli stessi artisti) con testi, contenuti speciali e curiosità. Questo serve a tranquillizzare le etichette che, con il successo di iTunes, hanno visto diminuire le vendite degli album a favore dei singoli brani. Per i film (ancora non disponibili in Italia) arriva iTunes Extras, una versione digitale dei menu extra resi famosi dai DVD.
Prezzi più bassi per combattere la crisi, debutto sicuro nel mercato dei videogame, un prodotto per la generazione YouTube, l’integrazione con i social network e una strategia che ponga il prodotto digitale in concorrenza credibile con il prodotto fisico (con tutta l’intenzione di dargli il colpo di grazia). Anche questa volta, un 54enne Steve Jobs, sembra del tutto intenzionato a tracciare una strada "sicura" per l’innovazione. Ed è per questo che in molti avrebbero sentito la sua mancanza.
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