Investita all’uscita del Fox Town, la famiglia si costituisce parte civile
Dopo l'incidente di via Penate, le proteste di amici e colleghi e una petizione per chiedere più sicurezza, è la famiglia di Mariangela Parisi a volere giustizia
"Quella strada è pericolosa", lo avevano detto e scritto i dipendenti del FoxTown di Mendrisio. Qualche mese dopo in via Penate è arrivata la tragedia. L’incidente del 5 gennaio scorso in cui ha perso la vita Mariangela Parisi, una donna di Venegono Superiore impiegata come commessa in uno dei negozi del centro commerciale ticinese. Poi la petizione con quasi mille firme di colleghi e cittadini e una marcia per sfogare rabbia e dolore, chiedere più sicurezza ma anche protestare per non essere stati ascoltati prima. Dopo tutto questo sono i parenti di Mariangela a volere giustizia. La famiglia Parisi ha deciso infatti di costituirsi parte civile nel processo penale sull’incidente che è stato aperto dalla Procura Ticinese. A rappresentare i familiari, davanti al giudice sarà Natalia Ferrara Micocci, avvocatessa dello studio legale dell’avvocato Claudio Cereghetti con sede a Lugano. Il comune intanto ha attivato alcuni interventi di controllo della zona, soprattutto nelle ore serali. Nella via è stato inviato anche un agente per controllare il traffico ed evitare che qualcuno attraversi la strada nei punti più critici. Come prima giustificazione, dopo l’incidente, il Municipio aveva puntato proprio su questo: al momento dell’incidente Mariangela non si trovava sulle strisce. Una spiegazione che non è servita a placare il rancore di amici e parenti: in quel tratto di strada, hanno detto i lavoratori, sostenuti anche dai sindacati ticinesi, occorreva una segnaletica migliore e più illuminazione. Tutto ciò sarà preso in considerazione durante il processo insieme al risultato della perizia commissionata dal sostituto procuratore svizzero Marisa Alfier al perito giudiziario Massimo Dalessi di Gordola.
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