Nel fondo dei laghi lombardi le tracce dei terremoti

Alcuni studi segnalano la presenza di attività sismica risalente all'antichità. Un progetto di ricerca che ha come capofila l'ateneo dell'Insubria

terremoti lombardiaLa Lombardia è a basso rischio di terremoto? Forse no. Secondo alcuni rilievi recenti, effettuati da un gruppo di ricerca capitanato dall’Università degli Studi dell’Insubria, nei grandi bacini lacustri lombardi sarebbero presenti "evidenze di paleosismicità" anche nelle zone considerate a rischio molto basso. «I grandi bacini lacustri rappresentano un vero e proprio archivio della storia ambientale del territorio – chiarisce il professor Alessandro Michetti, docente all’Università degli Studi dell’Insubria e coordinatore dei rilievi –; attraverso lo studio della morfologia del fondo lacustre è possibile risalire agli eventi naturali che hanno coinvolto quell’area e definire una data per ogni evidenza rilevata. Ad esempio, il rilievo geofisico effettuato sul fondo del Lago di Como ha mostrato la presenza di “megafrane” probabilmente innescate dal terremoto di Brescia del Natale 1222». 
Allo scopo di aggiornare lo conoscenze in tema di tettonica attiva in Italia e di analizzare in maniera sistematica la pericolosità sismica presente in Lombardia, l’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazione con INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e CNR-IAMC (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero) di Napoli, ha programmato un rilievo geofisico con tecnologie di avanguardia nella porzione meridionale del Lago di Garda, focalizzato sull’analisi di dettaglio delle strutture tettoniche che lo attraversano (Faglia del Garda e strutture ad essa correlate). «Per la prima volta verrà utilizzata nel Lago di Garda la tecnologia Multibeam, che restituisce un immagine del fondo lacustre a risoluzione altissima – continua il professor Michetti -. Questa tecnica di rilievo geofisico ci consentirà di visualizzare ogni minimo particolare della morfologia del fondo del lago, permettendoci di dare evidenza concreta alla storia ambientale della Regione Lombardia».  Tale rilievo è inserito nell’ambito delle attività previste dal progetto INGV-DPC S1, nato dalla Convenzione fra Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma ed il Dipartimento della Protezione Civile.
                       
Il gruppo di ricerca sarà in grado di effettuare un rilievo morfobatimetrico, ovvero un rilievo di estremo dettaglio della morfologia del fondo del lago, nel settore che va dal promontorio di Punta San Vigilio alla penisola di Sirmione, grazie all’ausilio della Guardia Costiera che metterà a disposizione un proprio mezzo.  
Un primo incontro tecnico/logistico si è svolto nei giorni scorsi a Salò, presso la sede del Nucleo Mezzi Navali Guardia Costiera Lago di Garda, per discutere i dettagli della campagna che prenderà il via nei prossimi giorni e durerà circa una settimana. All’incontro erano presenti il Prof. Alessandro Maria Michetti, il Dott. Franz Livio ed il Dott. Giancanio Sileo (Università degli Studi dell’Insubria), il Dott. Crescenzo Violante (IAMC-CNR Napoli), Bruno Frazzini (Comunità del Garda), il Geol. Dott. Piero Fiaccavento, ed il M.llo Marco Ravanelli, Comandante Nucleo Mezzi Navali Guardia Costiera Lago di Garda.  Al termine della campagna di ricerche sarà presentato il risultato finale nella sede della Comunità del Garda.

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Pubblicato il 17 Febbraio 2010
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