Formigoni. “La Lombardia mi appassiona ancora”
Marco Giovannelli, direttore del giornale, ha dialogato insieme ai lettori e al presidente. A partire proprio dal web
E’ la prima volta che VareseNews intervista Roberto Formigoni, il candidato alla presidenza della regione Lombardia di Lega e Pdl e naturalmente governatore uscente fin dal 1995. Marco Giovannelli, direttore del giornale, ha dialogato insieme ai lettori e al presidente. A partire proprio dal web, la nostra casa comune, che anche Formigoni ha massicciamente utilizzato in questa campagna.
Ha utilizzato internet, le suonerie, google, un rapporto stretto sul web, si è anche divertito?
«Certo, ricordo che sono stato il primo politico a fondare una radio sul web, Radio Formigoni, nata il 21 marzo di 4 anni fa, è un modo per dare vivacità e freschezza alla comunicazione, si raggiunge un numero incredibile di cittadini e persone; Per questa campagna ho voluto potenziarli, ma li userò anche dopo»
Il sole 24 ore scrive che avete speso 1 milione mezzo per la campagna elettorale, è vero?
«E’ la campagna totale dei partiti che mi sostengono, il candidato credo abbia a disposizione 34mila euro, non consono esattamente le cifra ma credo siano quello. Piuttosto, ho visto sul Sole 24 cifre sbagliate per altri candidati,m ad esempio quello che viene considerato il mio principale competitor ha tappezzato tutta la Lombardia di manifesti, e solo con quelli avrà speso il doppio o il triplo del mio milione milione e mezzo.
Lei è da 15 anni in Regione, se vince saranno 20, non è stanco?
«Se vincerò ancora, con il consenso dei miei cittadini, penso invece che sarà una nuova grande avventura, badate che il mestiere che faccio adesso non è lo stesso di 15 anni fa. Uando entrammo in Regione la Lombardia era un buco nero in mezzo all’Europa. L’abbiamo rimessa in sesto, e adesso è competitiva con le più forti regioni del mondo, prima abbiamo pensato alle riforme basiche: il sistema sanitario, la scuola, la politica famigliare. Poi ho sempre di più alzato il livello e ora porteremo nuove sfide, come la banda larga in 2 anni in tutti gli angoli Lombardia. Sono tutti temi che aggiungono adrenalina, e mi hanno fatto fare una campagna ancora più accanita, divertente e intensa».
Lei ha detto che il governatore della Lombardia è più importante di un ministro. Come si fa a mantenere l’entusiasmo?
«La chiave è innovare, ho preparato un programma dal 2000 al 2015 ma che parla alla Lombardia del 2030, in un mondo che sta cambiando, oggi, governare oggi è innovare. 15 anni fa ho fatto le riforme basiche, adesso vado sui temi dell’innovazione a 360 gradi.
«E’ vero, abbiamo appena toccato i 10 milioni di abitanti. E’ positivo perché la vita media si è allungata, qui in Lombardia, pensate, si allunga di un trimestre ogni anno, ecco perchè sto incentivando la politiche familiari e tutelo la maternità in ogni modo; con il fondo “Nasco” facciamo in modo che nessuna donna sia obbligata ad abortire per motivi economici, ma bisogna operare anche sulla vitalità, sui giovani che si sposano, mettono su casa, u figli. Fanno qualcosa di grande e abbiamo bisogno di un numero di nati maggiore, perché portano gioia e benessere».
«Gli interventi più grandi che possiamo fare, sono quelli di aiutare le nostre imprese, i nostri imprenditori che credono nel futuro, e che decidono di avere rapporti di lavoro solidi. Questa maledetta crisi, finirà, sta finendo, gli indicatori volgono al positivo, la Lombardia tornerà a crescere. Avevamo una disoccupazione fisiologica al 3% ora l’abbiamo raddoppiata, ma ci sarà più spazio con la crescita dell’economia»
Nell’ultima enciclica di Papa Ratzinger si parla di carità e dono, ma l’economia sembra parlarne si meno, non crede?
E’ un tema fondamentale nella cultura cristiana e umana, il rapporto gratuito arricchisce moltissimo altrimenti al vita è arida».
I politici sono pagati troppo?
«I nostri stipendi sono chiari, noi abbiamo in Regione stipendi inferiori ad altre. Pensi che io nomino direttori di aziende sanitarie che prendono stipendi una volta e mezzo il mio, ma nel privato prenderebbero 5 volte tanto, e 10 volte tanto, e invece hanno scelto di rimanere qui con me, se seguissero solo il criterio economico, questa è la questione reale».
Nella sanità c’è troppa politica?
«La giunta regionale nomina i dirigenti apicali, degli ospedali e delle aziende sanitarie locali, dopo di che le nomine dei primari sono meritocratiche, la giunta nomina anche direttori che condividono la nostra impostazione, nel 97 ho rivoltato come una frittata la sanità, la mia impostazione era criticatissima, potevo forse fare una riforma con persone che non la condividevano? Si è dimostrato che avevo ragione io, era giusto che le scelte le facessi io, io sapevo che cos volevo, poteva farla con chi non la condivideva?
Esiste una questione morale?
«La morale va sempre tenuta presente, vale di più per il politico che per gli altri, stiamo però parlando di responsabilità personale, ci sono stati casi dolori che mi hanno addolorato, ma in altre regioni ci sono fino al collo, comunque aspettiamo perché spetta al giudice a decidere».
Non teme un risultato forte della Lega?
«Non lo temo, perché abbiamo sempre governato d’amore e d’accordo, Formigoni è moderato e riformista e non deflette dalla sua linea, il Pdl sarà di gran lunga il primo partito in Lombardia, ma la distanza si manterrà sui 10-12 punti»
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