“Per l’Insubria il futuro è il cambiamento”
In arrivo profonde novità nell'organizzazione dell'ateneo. Lo ha annunciato il rettore Dionigi in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico. Agli esperti di Ambrosetti è stata affidata un'indagine sullo sviluppo dell'Insubria
Per l’Università dell’Insubria si chiude una fase e si apre un futuro fatto di scelte e di cambiamento. Un percorso che porterà all’accorpamento delle strutture didattiche e di ricerca e alla riorganizzazione dell’intero ateneo. È lo stesso rettore Renzo Dionigi, nel suo discorso per la dodicesima inaugurazione dell’anno accademico, a tracciare le linee del rinnovamento e a commentare il ruolo dell’università in un contesto segnato dall’ancora attesa riforma e da una crisi economica che non ha risparmiato il mondo accademico. Lo sviluppo dell’ateneo, ha spiegato di fronte a una platea di autorità tra cui anche il ministro Roberto Maroni, nasce da un percorso condiviso: «Abbiamo aperto una discussione che ha coinvolto tutto il personale docente ed amministrativo nella condivisione di alcuni principi di base per la ristrutturazione interna dell’università». L’Insubria quindi cambierà e in questo modo: «Le strutture didattiche e di ricerca dovranno ridursi di numero, assicurando che i dipartimenti raggiungano una massa critica di almeno 35 professori e ricercatori, allo scopo di evitare l’eccessiva frammentazione attuale. Nel rispetto del principio della libertà di ricerca e della libera aggregazione, per agevolare i raggruppamenti sulla base delle risorse presenti e degli obiettivi da raggiungere, dovremo identificare macro-aree che raccordino settori scientifico-disciplinari omogenei per metodo o per finalità scientifiche. Le facoltà dovranno essere riqualificate quali strutture inter e sovra dipartimentali, alle quali attribuire funzioni di indirizzo, coordinamento e razionalizzazione delle attività didattiche e di gestione dei servizi comuni».
Le scelte dell’ateneo si baseranno sui risultati di uno studio condotto dagli esperti di The European House-Amborsetti assegnato per individuare la migliore strategia organizzativa. «Dovremo affrontare, in particolare, alcune delle criticità – ha proseguito il rettore – il nostro Ateneo non è pienamente percepito come interlocutore del territorio, pur con una certa differenza tra Como e Varese. Da più parti inoltre si sottolinea l’opportunità di considerare il territorio anche nella sua estensione a Nord verso la Svizzera italiana e nella grave situazione attuale di mancanza di fondi, viene avvertita, in senso generale, la necessità di compiere alcune scelte di “focalizzazione”, soprattutto con riferimento all’allocazione dei fondi». La focalizzazione, ha precisato Dionigi, si rende necessaria in un territorio caratterizzato da un’offerta formativa così elevata. Quello dell’Insubria, ha scritto nel suo messaggio il ministro Mariastella Gelmini, «È un modello da diffondere, un esempio di economia della conoscenza». La cerimonia di inaugurazione è proseguita con il messaggio del rettore vicario Giorgio Conetti che ha ricordato l’importanza di una sede universitaria per il territorio, presentando l’esempio comasco e con i discorsi del rappresentante degli studenti Davide Sturla che ha chiesto maggiori opportunità di contatto con il mondo del lavoro per i ragazzi che frequentano le diverse facoltà. A rappresentare il personale amministrativo è stata invece Patrizia Scuderi che ha ricordato la necessità di un miglioramento del trattamento economico dei lavoratori. La prolusione, dedicata al pensiero e alla scienza, è stata affidata al professore di filosofia teoretica Fabio Minazzi mentre il riconoscimento della Rosa Commacina è stato consegnato all’avvocato Ferruccio Zuccaro, uno dei fondatori dell’ateneo.
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