Specialisti a confronto sul “day surgery”

Gli interventi "mini invasivi" della durata di un giorno riguardano circa il 30 per cento delle operazioni chirurgiche nel nostro paese

Giovedì 22 aprile si apre a Milano il XV Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery (SICADS).

Specialisti a confronto per fare il punto sulla “DAY SURGERY”,  una metodica “dalla parte del paziente” sempre più diffusa e sempre più “trasversale”. 
I numeri parlano chiaro: la Day Surgery è una realtà che riguarda circa il 30% degli interventi chirurgici nel nostro paese. E negli ultimi anni la chirurgia ambulatoriale e in regime di Day Surgery hanno ampliato il loro raggio di azione, estendendo quindi la loro versatilità di impiego a svariati settori diventando di fatto una metodica “trasversale”.
“Sempre più pazienti oggi sono operati con queste metodiche, sia perché nel tempo alcuni interventi in Day Surgery sono diventati il “Golden Standard”, sia perchè la mini invasività di questo tipo di chirurgia (unitamente, in alcuni casi, all’utilizzo di anestesie locali o loco regionali) consente di operare anche pazienti che fino a ieri non sarebbero stati trattabili con interventi più invasivi, di tipo tradizionale” Spiega il Professor Giampiero Campanelli, Presidente eletto della SICADS e Direttore della chirurgia generale II dell’Unità Operativa di Day e Week surgery dell’Ospedale Multimedica di Castellanza (VA) nonchè docente di chirurgia presso l’Università dell’Insubria.

Il Professor Campanelli, insieme al dottor Leonardo La Pietra è il Coordinatore Scientifico del Congresso: “E’ giunto il momento di affrontare una sfida centrale per la crescita di questa modalità di intervento nel nostro Paese: la stesura di linee guida universalisicure e condivise per la gestione del paziente in tutto il periodo pre e post operatorio. Sarà fondamentale inoltre ottenere la possibilità di certificare le strutture in grado di offrire questo tipo di servizio con la massima competenza e rispetto proprio di quelle linee guida da definire: gli interventi mini invasivi infatti richiedono un alto grado di specializzazione sia per quanto concerne la tecnica operatoria sia per quanto riguarda la composizione e l’affiatamento dell’equipe medica che lavora con il chirurgo. In ultimo vogliamo sottolineare come le tecniche mini invasive siano ormai considerate talmente affidabili da essere largamente usate anche in ambito oncologico, come testimonia l’apertura dello IEO 2 Day Center, struttura di eccellenza nella quale si farà ampio ricorso a tecniche ambulatoriali o di Day Surgery per il trattamento chirurgico delle malattie neoplastiche”.
Non a caso, quindi, il Presidente Onorario del Congresso è il Professor Umberto Veronesi e la prima giornata dei lavori si svolgerà proprio nella nuova struttura IEO, nella quale verranno praticati anche interventi in regime di Day Surgery. Inoltre, a sottolineare ancora una volta l’importanza della funzione didattica nell’ambito del progresso delle tecniche operative, è da sottolineare come la Presidenza del Congresso sia del professor Renzo Dionigi, Magnifico Rettore dell’Università dell’Insubria.  
 
CIFRE E CONSIDERAZIONI:
campanelli professore multimedica castellanzaCon il termine Day Surgery si indicano, oggi, quelle modalità di intervento mini invasivo che consentono al paziente dimissioni in giornata o al massimo con una notte di ricovero ospedaliero. L’ampia diffusione di queste metodiche in quasi tutti gli ambiti della chirurgia ha fatto sì che, nel 2007, su 4,6 milioni di pazienti che hanno subito un intervento chirurgico, ben 1,6 milioni sono stati operati con queste tecniche. Si tratta comunque di cifre largamente inferiori alla media europea e statunitense, Paesi in cui il trattamento in Day Surgery sfiora o supera addirittura il 50% del totale degli interventi chirurgici.
“L’ampia diffusione della Day Surgery è motivata da diversi fattori: in primo luogo la minore invasività per il paziente unita ad un diminuito discomfort post operatorio. Secondo motivo di fondamentale importanza è il significativo accorciamento dei tempi di recupero post operatori, con miglioramento della compliance da parte del paziente che di fatto non smette mai di frequentare l’ambiente familiare e quindi non subisce il trauma da ospedalizzazione. Una terza ragione di questa crescita si trova nel fatto che, per il Sistema Sanitario Nazionale, le spese per il singolo paziente si riducono mediamente ad un quinto rispetto a quanto non avvenga con gli interventi a cielo aperto.La diminuzione dei tempi di ospedalizzazione riduce anche il rischio di contrarre infezioni causate dai cosiddetti “Germi da Ospedale”, ma non solo: si ha una diminuzione globale delle liste di attesa e un possibile maggiore impegno delle risorse a disposizione per curare tutti quei pazienti che richiedono trattamenti più complessi e ospedalizzazioni più lunghe” specifica il professor Campanelli.
“Esistono però delle resistenze di carattere culturale, da parte dei pazienti, nel sottoporsi a queste procedure: persiste infatti il pregiudizio per cui la riduzione dei tempi di ricovero viene da alcuni vissuta come una minore attenzione nei confronti del paziente. Il fatto in sé non è assolutamente vero, a patto però che il paziente venga debitamente informato sulle procedure che verranno effettuate e abbia a disposizione ogni riferimento necessario per risolvere in tempo reale qualsiasi dubbio, problema, necessità grazie ad un’assistenza altamente qualificata”.
Fino ad oggi ha contribuito ad una scarsa diffusione di queste tecniche anche la poca confidenza delle strutture pubbliche con il sistema del DRG (Diagnosis Related Group), che abolisce i rimborsi a degenza per trasferirli sul costo delle prestazioni erogate.  
 
GLI APPUNTAMENTI: 
Giovedì  22 aprile cerimonia inaugurale alle ore 17.00 – presso lo IEO, Aula Riunioni, Via Ripamonti 435, Milano 
Il Congresso: Giovedì 22, Venerdì 23 e Sabato 24 aprile presso il Quark Hotel, Via Lampedusa 11 – Milano 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2010
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