Altri 30 varesini hanno già pronta la valigia

Studenti che arrivano, studenti che partono. Grazie ai progetti Intercultura sono già con la valigia 30 ragazzi varesini mentre quattro famiglie attendono l'arrivo di altrettante ragazze straniere

Una foto di gruppo tratta dal sito di Intercultura«Solo chi ha voglia di mettersi in gioco  e di capire cos’è il mondo accetta la proposta di Intercultura». Così una volontaria del comitato varesino dell’associazione internazionale giudica il desiderio che da 55 anni convince molti studenti a prendere la valigia per trascorrere un anno, sei mesi, un trimestre, all’estero.  Non per nulla, il motto dell’Associazione Intercultura è : «Il problema non è diventare adulti: tutti ci riescono. La sfida è diventare uomini e donne».
 
Mentre stanno rientrando gli studenti varesini che hanno trascorso l’anno scolastico all’estero ( in tutto 5 studenti, in Germania e Stati Uniti, mentre altri ragazzi sono poi partiti per un solo semestre in Thailandia o per un periodo bimestrale o mensile durante l’estate in Australia, Nuova Zelanda, Irlanda e Lettonia), sono già pronti a partire trenta ragazzi del distretto di Varese, Saronno e Legnano. Le destinazioni sono molteplici: Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Tailandia, India, Russia ma anche Germania, Danimarca, Finlandia, Norvegia.
Le modalità di soggiorno sono variegate: dai due ai dodici mesi. Un’esperienza coinvolgente che "catapulta" il ragazzo nella vita del paese straniero, inserito in famiglia, nella scuola pubblica locale, chiamato a condividere progetti e obiettivi dei suoi nuovi compagni. 
In provincia di Varese, si stanno preparando 4 famiglie che, dall’estate, saranno chiamate ad accogliere altrettante ragazze ( sono 440 gli stranieri in arrivo in famiglie disclocate lungo tutto lo Stivale dalla valle d’Aosta a Lampedusa). Tre “accoppiamenti” famiglia- studente sono già realizzati: una studentessa americana, una tedesca, una ceca e una giapponese si stabiliranno a Gavirate, Comerio e Ranco, mentre il quarto abbinamento è ancora in discussione. Intanto, in questi giorni, cinque famiglie stanno per concludere l’esperienza dei ragazzi arrivati nel settembre scorso(Finlandia, Paraguay, Turchia, Brasile e Thailandia) che hanno studiato al Liceo Scientifico Ferraris di Varese, all’Artistico Frattini e all’Isis Dalla Chiesa di Sesto Calende.

Studenti si incontrano in giro per il mondoNegli ultimi anni sono stati 45 gli adolescenti ( 16 o 17 anni che frequentano la terza o la quarta superiore) ad aver accettato la sfida dell’esperienza all’estero, scegliendo tra diversi paesi ( Argentina, Australia, Cina, Brasile, Danimarca, Giappone, Irlanda, Lettonia, Norvegia, Nuova Zelanda, Repubblica Domenicana, Stati Uniti, Repubblica del Sud Africa, Turchia).Nello stesso periodo, 25 famiglie hanno ospitato adolescenti stranieri.

Ogni anno, la macchina organizzativa di Intercultura si mette in moto a novembre: lo scorso anno sono stati circa 60 i ragazzi ad aver fatto richiesta. Una prima selezione è avvenuta all’Università Bocconi con un test di idoneità ai programma per comprendere se il ragazzo possiede le “qualità” adatte a trascorrere un congruo periodo di tempo fuori casa. Superato il test si è passati alla compilazione dei curricola: ogni ragazzo ha compilato la sua "presentazione" alla famiglia ospitante e la sede territoriale ha messo insieme il fascicolo contenente, tra i vari documenti, le relazioni dei docenti e il rendimento degli ultimi anni. Tutte le schede sono state poi spedite a Colle Val d’Elsa, la sede di Intercultura, dove, dopo un’ulteriore scremata, si è proceduto all’abbinamento studenti e famiglie.

Tra i punti critici dell’esperienza c’è sicuramente il costo: « La spesa non è di poco conto. Si  va dai 10.000 euro ai 12.500 – spiega la volontaria della sede di Varese – tutto dipende dalla duranta ma anche dalla fascia di reddito a cui si appartiene. Intercultura, però, mette a disposizione un elevato numero di borse di studio per studenti meritevoli e appartenenti a famiglie con fasce di reddito più basse. Quest’anno, la gran parte dei partecipanti ai programmi ha usufruito di borse di studio Intercultura a con copertura parziale o totale delle spese. Nella quota sono compresi il viaggio, la scuola, i libri e tutte le spese ufficiali. Le famiglie accolgono gratis. Rimangono fuori, dunque, solo le spese spicce del ragazzo per le sue esigenze.
È, comunque, un’esperienza unica, che permette di crescere e di maturare, uscendo dal guscio a cui i nostri giovani sono abituati».

Per saperne di più e magari diventare "famiglia ospitante" è possibile contattare i volontari delle sedi locali. L’elenco è sul sito in Intercultura.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2010
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