Violenza sessuale: sigarette e intercettazioni incastrano i colpevoli
Alla fine di agosto del 2009, una telefonata ha allertato la centrale Operativa dei Carabinieri di Legnano: una donna aveva raccontato di essere stata violentata
Alla fine di agosto del 2009, alle 07,30 del mattino, una telefonata ha allertato la centrale Operativa dei Carabinieri di Legnano. Una donna ha raccontato di essere stata violentata, picchiata e di trovarsi, ferita e confusa per le vie di Magnago.
I militari intervenuti hanno identificato una donna dominicana 46enne che raccontava una storia da arancia meccanica.
La donna ha raccontato di aver conosciuto tre uomini in una discoteca a cavallo tra le province di Milano e Novara e di aver accettato un passaggio verso casa rendendosi presto conto che le cose sarebbero andate in modo diverso.
L’auto si era diretta infatti nella direzione opposta all’abitazione della donna e terminava la marcia a Magnago, lungo il tragitto la donna è stata picchiata dagli uomini che le avevano anche rubato i pochi soldi che aveva con se.
L’avevano trascinata in un’abitazione e lì, a turno, l’avevano picchiata e violentata, costringendola anche ad assumere della cocaina.
La mattina successiva, il suo carceriere le ha consentito di andare via ma appena notata la donna sul marciapiede intenta ad effettuare una telefonata, l’ha schiaffeggiata nuovamente.
All’arrivo dei militari, che nel frattempo avevano accompagnato la donna in ospedale, la piccola abitazione si era presentata vuota e completamente a soqquadro.
A terra preservativi usati e tracce di cocaina sulla tavola.
Lì gli investigatori hanno trovato molto materiale dal quale estrapolare il DNA dei violentatori, operazione che si è rivelata fondamentale per la risoluzione dell’indagine.
La sudamericana, sia pure provata da quanto accaduto, fin dal primo momento, ha fornito ai Carabinieri una ricostruzione lucida degli eventi ed una descrizione molto precisa dei suoi aguzzini tant’è che le indagini sono partite quasi subito per la strada giusta.
Quelle indicazioni, la conoscenza del territorio dei militari ed il fondamentale strumento delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito in prima battuta di recuperare il telefono rapinato alla malcapitata e da lì ricostruire la serie di contatti intercorsi nei momenti successivi ai fatti.
Individuati i presunti responsabili, il passo successivo è stato quello di acquisire, senza insospettirli, i loro profili biologici da poter comparare con quelli acquisiti nella casa dell’orrore.
Uno dei sospettati, clandestino sul territorio nazionale, era già emerso in relazione ad altri reati, quindi è stato facilmente identificato.
Gli altri due sono stati pedinati senza sosta dai Carabinieri. Tanta perseveranza è stata premiata quando uno dei due ha deciso di rientrare qualche giorno in Albania e si recato a Firenze per imbarcarsi su un volo per Tirana.
Lì i militari, con la collaborazione della Polaria, hanno simulato un controllo che si protratto per qualche minuto di troppo, giusto il tempo di far spazientire il sospetato che ha deciso di fumare una sigaretta per ingannare l’attesa, azione utile per il rintraccio del Dna.
L’altro sospettato è stato fermato un giorno per strada, a Castano Primo, quando ha deciso di fare un sorpasso azzardato proprio davanti ad una pattuglia dei Carabinieri che passava lì per caso.
Anche in questo caso il vizio del fumo ha permesso di raccogliere un reperto da confrontare.
Risultato: tutti i profili combaciavano al 100%. È partita una corsa contro il tempo da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Legnano, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano, Dottoressa Brunella Sardoni, per richiedere al G.I.P. del Tribunale l’emissione dei provvedimenti di custodia cautelare in carcere per tutti e tre i cittadini albanesi.
E così sono fini in manette S.L. 27enne, clandestino senza fissa dimora, P.P. 31enne residente a Castano Primo operaio e K.A., 27enne, operaio di Buscate.
Quest’ultimo è sfuggito alla cattura per puro caso, ha lasciato da poche settimane la sua abitazione. Le indagini sono in corso per rintracciarlo.
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