Papilloma virus: grande interesse per il vaccino
Tutto esaurito nell'aula magna della media Moro dove i medici dell'azienda ospedaliera hanno spiegato i vantaggi della vaccinazione che viene effettuata a prezzi calmierati in ambulatorio
L’ambulatorio per la vaccinazione contro l’Hpv, il papilloma virus umano che può causare il tumore del collo dell’utero e altre patologie benigne, sarà attivo a partire dal 21 giugno. L’annuncio è stato dato martedì 8 giugno a Saronno in occasione della conferenza informativa aperta alla cittadinanza dal titolo “Vaccinazione anti papilloma virus: prevenzione del carcinoma del collo dell’utero”, svoltasi nell’aula magna della scuola media “A. Moro”, che ha registrato un successo di pubblico da “tutto esaurito”.
All’incontro, organizzato dall’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale saronnese, sono intervenuti i vertici dell’azienda ospedaliera e dell’Asl.
Gli ambulatori per la somministrazione del vaccino saranno attivati a partire dalla stessa data anche nei presidi di Busto Arsizio e Tradate. L’Azienda Ospedaliera è la prima in provincia di Varese ad aver avviato l’apertura dei centri, la terza in Lombardia.
L’ospedale di Saronno, come capofila dell’iniziativa, insieme a quelli di Busto Arsizio e Tradate si schierano dunque al fianco delle donne nella lotta a questo tipo di carcinoma che in Italia colpisce 3.500 donne ogni anno (1.500 i decessi) e provoca anche una serie di patologie quali i condilomi (piccole escrescenze benigne che si possono formare sugli organi sessuali femminili e maschili, in zona anale e perianale e sulla mucosa della bocca).
Durante l’evento, patrocinato dal Comune e della Asl di Varese, sono state fornite al pubblico informazioni sul papilloma virus, sul vaccino e sulle modalità di accesso agli ambulatori.
A questo proposito, è opportuno ricordare che la Regione Lombardia ha autorizzato le strutture ospedaliere a effettuare la vaccinazione anti HPV (papilloma virus umano) a un prezzo agevolato, a carico della richiedente, per le donne fino ai 26 anni.
Il percorso per le donne fino ai 26 anni che intendono farsi vaccinare prevede l’incontro con un medico (counseling) e, se non vengono riscontrate controindicazioni, la somministrazione della prima dose di vaccino. La seconda e la terza saranno somministrate, rispettivamente, a distanza di due e sei mesi dalla prima.
Il costo – si tratta di un prezzo calmierato – sarà a carico della paziente ed è pari a 60 euro per dose quindi per un totale di circa 180 euro invece che circa 520 euro.
La prenotazione, per la quale non serve l’impegnativa del Medico di Medicina Generale, si effettua tramite i Cup, Centri Unici di Prenotazione dei tre ospedali. L’impegnativa verrà redatta al momento del counseling dallo specialista ospedaliero.
Da segnalare che il percorso attivato nei tre presidi dell’Azienda Ospedaliera vede coinvolto il dipartimento aziendale Materno-Infantile e in ciascun ospedale le Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia e quelle di Pediatria, a seconda dell’età della paziente.
Esistono oltre 200 tipi di Papilloma Virus Umano. Di questi, una ventina circa sono stati riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come oncogeni, cioè come causa del tumore del collo dell’utero. Due in particolare, l’Hpv 16 e l’Hpv 18, sono responsabili di circa il 70% di questo tumore, del tumore della vagina e di circa un terzo dei tumori della vulva. Altri tipi di Papilloma Virus sono responsabili di lesioni denominate condilomi, piccole lesioni benigne (verruche) che possono comparire sugli organi sessuali femminili e maschili. Il 90% dei casi di condilomatosi è causato dall’Hpv 6 e dall’Hpv 11.
«L’Hpv – ha spiegato Maria Antonietta Molinari, primario di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Saronno – è un virus che si trasmette principalmente attraverso i rapporti sessuali. Quella da Hpv è un’infezione estremamente comune e può passare inosservata e senza lasciare traccia, perché l’organismo lo elimina spontaneamente, ma nel 10% delle donne il virus persiste e può dare origine a lesioni precancerose identificabili con il pap test. Si tratta di lesioni che, se non trattate e trascurate, si possono trasformare in tumore».
Per quanto riguarda il tumore del collo dell’utero la prevenzione primaria è rappresentata unicamente dalla vaccinazione, indicata specificamente per le giovani donne ma utile anche per quelle fino ai 45 anni d’età.
«La prevenzione secondaria – prosegue Molinari – , invece, è costituita dai controlli di routine cui le donne dovrebbero sottoporsi come il pap test, che individua le lesioni precancerose, e il test per l’Hpv, che evidenzia la presenza del virus».
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