Un jazz festival in grande stile per Ascona
Al via la kermesse musicale che porterà tanti nomi della musica internazionale nella piazza elvetica
Apertura in grande stile del 26esimo jazz festival di Ascona in quel di Stresa mercoledì 23,
con la Ambrosia brass band, che scendendo dal battello attraverso il pontile , lanciava un’inequivocabile segnale di stile (il new orleans jazz,appunto) e di qualità e non potrebbe essere diversamente , se pensiamo alla presenza di musicisti come Rudy Migliardi e Marco Castiglioni.
Ma non solo questo ci ha regalato l’inizio del festival ; segnalo un grande concerto dei Savannah Serenaders, organico di dieci musicisti, del clarinettista/altoista Meroni , che hanno riproposto i climi e le atmosfere dello hot jazz (in generale) ,fedelissimi alla tradizione al punto da regalarci delle trascrizioni puntuali di brani di Jelly Roll Morton , King Oliver ed altri , con arrangiamenti e clima d’epoca , rispettati rigorosamente. Molto apprezzata anche l’esibizione del gruppo successivo (almeno su quel palco), la Swiss yerba buena creole rice jazz band , che si è mossa su territorio jazzistico sempre tradizionale. Di Othella Dallas “Lil’ gal from Memphis” ,che ha chiuso la serata sul palco presso l’imbarcadero mi è piaciuta l’energia e la passione – considerata la non più verde età ; supportata da un gruppo buono , ma non eccezionale e con un repertorio abbastanza risaputo ( Route 66/Fever,ecc), ha infiammato e fatto ballare i numerosi presenti col suo Rhythm & blues.
Personalmente , viste le due “I feel good “ che si sono sentite non avrei problema a preferire quella dell’Ambrosia , definitivamente più attraente e ficcante di quella della Dallas. Prestazione indimenticabile e concerto stupendo per una vecchia conoscenza , anche del festival , quella Laura Fedele che ormai tutti conosciamo ed amiamo. La cantante -pianista , magnificamente supportata dai Blue Flames , ha dato vita ad un concerto appassionato e coinvolgente ; ha saputo riprendere classici come “Is you is , or is you ain’ t my baby” , sempre dialogando con il pubblico e regalandoci sul finire un omaggio veritiero e stupendo a Buscaglione con “Guarda che luna” ….grande interprete e musicista.
Due parole anche sui Blue Flames che vedono alla batteria una leggenda vivente varesina (Giò Rossi) , il principe degli organisti italiani Alberto Marsico e – guest star – uno dei più acclamati sax tenori italiani , il torinese Diego Borotti. Il loro lavoro è stato di grosso spessore musicale , senza mai apparire scolastico od ovvio. Arrivando ad Ascona ieri , sono riuscito ad assistere allo stage Torre all’inaugurazione ufficiale , – ancora una brass band – la regeneration brass band – ed alla apertura con “Os 2 companheiros” , fautori di un genere (il choro, la musica brasiliana originaria) che alle nostre latitudini gode di scarsissima attenzione , ed è un vero peccato ….Plauso incondizionato per questo organico diretto da un altro vecchio frequentatore del festival , il clarinettista-sassofonista Thomas L’Etienne. Molto bene anche per l’ottimo lavoro della Milano Jazz Gang con ospite il trombettista Herbert Christ , sempre jazz tradizionale di ottima fattura , mentre sempre molto divertenti
e “coreografici” si sono dimostrati i Chicago Stompers di Mauro Porro , ormai una bella realtà italiana. E’ sempre rinfrescante , di quando in quando , ascoltare dello hot jazz , tanto più se di
alto livello. L’ unico problema del festival è che , visti i sei palcoscenici “in contemporanea “ è
impossibile seguire tutti , e bisogna fare delle scelte. La più profonda emozione della serata mi è arrivata da Catherine Russell; il suo approccio ad autori classici , come Fats Waller e Duke Ellington , il suo sestetto magnifico e la sua voce calda hanno segnato un momento di alta musica , una chicca per musicofili e frequentatori del primo Rhythm & Blues , fine anni ‘40 . Da seguire attentamente.
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