Feste ad Arcore e pressioni in questura, “Ruby” terremota il Governo
Un nuovo caso “Noemi” investe Berlusconi. Questa volta in una situazione politica già molto tesa sul Lodo Alfano e per la “scissione” del movimento di Fini sempre di più catalizzatore di nuovi consensi nel Pdl
“Ruby Rubacuori” è la ragazza che sta terremotando la politica italiana. Minorenne, marocchina, con una storia decisamente burrascosa alle spalle, ha raccontato ai magistrati le sue esperienze alle feste niente meno che nella casa privata del presidente del consiglio. Un racconto che ha delineato una serie di episodi moralmente discutibili, sicuramente da verificare, ma senza ombra di dubbio politicamente sanzionabili per il rischio di ricatti ai quali la leggerezza degli “inviti presidenziali” espongono lo stesso Silvio Berlusconi.
Ancora più proteste le ha scatenate la ricostruzione delle pressioni che Palazzo Chigi ha esercitato sui poliziotti che avevano fermato la ragazza.
È successo che nel maggio scorso “Ruby”, ragazza minorenne di origini marocchine che compirà 18 anni il prossimo novembre, sia stata fermata a Milano dopo le accuse di una conoscente che la tacciò di un furto nel proprio appartamento.
Da lì l’intervento delle volanti che l’hanno portata in questura per l’identificazione. Poi il colpo di scena, la questura avrebbe ricevuto pressioni dirette da palazzo Chigi per rilasciare immediatamente la ragazza.
Notizia confermata indirettamente da Silvio Berlusconi, («Io sono uno di cuore. Mi muovo per aiutare le persone in difficoltà»), e dalla questura che non ha negato la telefonata ma ha solo puntualizzato sulla regolarità del suo operato.
Nel successivo rapporto con la magistratura Ruby ha poi cominciato a raccontare. Ha parlato delle feste, di quello che accadeva ad Arcore nella residenza del premier, delle sue frequentazioni. E adesso un nuovo caso “Noemi” investe Berlusconi. Questa volta in una situazione politica già al livello massimo di tensioni sul Lodo Alfano, per la protezione giudiziaria del premier dai suoi processi, e per la recente “scissione” del movimento dei Gianfranco Fini che è sempre di più catalizzatore di nuovi parlamentari del Pdl.
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