La mucca di Aza Nikolic
Leo Neto Pereira e Giacomo Galanda interpretano al meglio la massima più famosa del grande allenatore della Ignis. Derby di volley: tutte promosse
(d. f.) Era un mito e un fenomeno della comunicazione con almeno dieci anni di anticipo sul tanto declamato Dan Peterson: Aza Nikolic fu il condottiero della Grande Ignis e, pur essendo il prototipo dei "sergenti di ferro", era dotato di un’ironia tagliente e intelligente. L’esempio più famoso è la metafora della mucca che, dopo essere stata munta, scalcia il secchio con il latte: un paragone che calza alla grande con due icone dello sport varesino, Neto Pereira e Galanda, per quanto fatto nelle partite del week end.
Pagellone numero 42 del 31 gennaio 2011
Luca Sogliano 8 – Come perdere uno degli uomini simbolo della squadra e accrescere il valore della stessa. Nel calciomercato milanese il direttore sportivo del Varese si trova a meraviglia e continua a consegnare a Beppe Sannino giocatori molto interessanti. Parte Buzzegoli e arriva Correa che a Empoli ha subito mostrato caratteristiche (soprattutto il passaggio in profondità) che si integrano con quelle dei pari ruolo; se ne va il deludente Mustacchio e arriva Fabio Concas che in pochi spezzoni ha già fatto meglio dell’ex doriano. Cambia qualche volto, ma il sogno continua.
Lindsey Berg 7,5 – È lei la vera regina del derby tra Mc Carnaghi e Yamamay: rientra dopo una lunga assenza e con sole tre ore di allenamento nelle gambe rivoluziona il gioco di Villa Cortese. Lindsey diventa un enigma irrisolvibile per il muro bustocco grazie a traiettorie fulminee e imprevedibili per la difesa che sono veleno per la Yama e medicina per una ritrovata Megan "Lazzaro" Hodge, resuscitata dai palloni serviti dalla connazionale.
Helena Havelkova 6,5 – Oscar per la "miglior metamorfosi in corso d’opera" per la 22enne ceca che inizia il derby timida e impaurita – lo confessa lei stessa – ma dopo un provvidenziale pit-stop in panchina recupera grinta e incisività e diventa l’arma fondamentale con cui la Yamamay porta la partita al quinto set. A voler fare i pignoli, alla Bella Helena manca ancora qualcosina per tornare ai livelli dell’anno scorso ma, con la gran gara giocata ieri, è sulla buona strada come tutta la formazione biancorossa.
Leonidas Neto Pereira 5 – La scalata verso il vertice di questo straordinario giocoliere del pallone è stata, nell’ultimo anno, rapidissima e meritata. Ora Neto – che Dio l’abbia sempre in gloria – è chiamato alla consacrazione definitiva: per questo lasciano attoniti certi errori davanti alla porta, come quello di Empoli. Si dirà: si è fatto male proprio al momento della conclusione. Vero, ma gli è stato fatale quel dribbling in più, quel tentativo di strafare forse inutile quando hai tra i piedi il pallone del match ball.
Giacomo Galanda e Alex Righetti 4 – Azzurro tenebra dalle parti del PalaWhirlpool, dove i due ex nazionali non ripagano la fiducia del mentore Recalcati e contribuiscono ad affondare la Cimberio contro Avellino. La "mucca di Nikolic" è il capitano che dopo una prestazione discreta (5 assist) rovina tutto in 20", con un erroraccio e un rimbalzo mancato, entrambi decisivi. Righetti fa peggio, ammaccando il ferro del canestro a ogni tentativo da lontano, spesso con tiri relativamente semplici.
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