Induplas, l’azienda snobba il ministro

Nessun rappresentante della proprietà greca all'incontro che vedeva come controparte anche il ministro dell'Interno Maroni. "Scriverò il mio rammarico per gli impegni disattesi"

Induplas a palazzo EstenseNon ci sono buone notizie per i lavoratori della Induplas.
Il secondo incontro con il ministro dell’interno Roberto Maroni e con il sindaco di Varese Attilio Fontana, avvenuto alle 11 del 7 febbraio, non ha visto nemmeno la presenza dei rappresentanti della proprietà, come invece era stato promesso con la lettera del presidente del 15 gennaio scorso.

La Petzetakis, multinazionale greca che ha rilevato la quarantennale azienda del settore gomma-plastica, si è limitata a mandare un’altra lettera che si limita a spostare il problema più in là, lasciando soli  – e un po’ scornati – lavoratori e alti rappresentanti delle istituzioni italiane.

«Non si è presentato nessuno del gruppo, malgrado la lettera di impegni presa per il 7 febbraio – ha spiegato 
il rappresentante dei lavoratori Paolo Guicciardi della Filctem Cgil Varese, uscendo per primo dall’incontro con il ministro -. Ora c’è solo una ulteriore lettera della proprietà che parla di un nuovo finanziamento per la fine del mese, ma ormai non ci crede più nessuno. Ora però sarebbe necessario cominciare a parlare di fallimento».

Il ministro ha poi confermato le pessime notizie ai lavoratori: «Le novità sulla Induplas, purtroppo, non sono affatto buone  – spiega Roberto Maroni -. La società non ha mantenuto gli impegni che aveva solennemente preso la volta scorsa, con una lettera firmata dal presidente. A noi è arrivata solo una nuova lettera che rimanda tutto a fine febbraio. Ora scriverò personalmente al presidente della società, per comunicargli il mio profondo rammarico per il mancato mantenimento degli impegni. Nel frattempo, attiviamo subito la procedura di anticipazione della cassa integrazione per i lavoratori da parte dell’Inps».

Importante, ma magra consolazione per i 60 tra impiegati ed operai che stanno aspettando non solo lo stipendio, ma anche la loro sorte che, malgrado il persistente silenzio dell’azienda, sembrerebbe tragicamente segnata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2011
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