Imprenditori varesini fanno rete contro la crisi
Tredici piccole imprese del settore meccanico hanno dato vita al progetto Mech-Net. Il 24 marzo il primo grande appuntamento con la fiera di Parma. Bellora: «Per noi è anche una palestra di etica pubblica»
«Fare rete». È la strategia più consigliata alle imprese, soprattutto a quelle piccole, da quando è iniziata la crisi economica. Per non annegare nella tempesta perfetta del mercato, occorre fare alleanze a tutti i livelli, abbandonando l’individualismo che da sempre caratterizza la figura dell’imprenditore nostrano. Nell’autunno del 2009, nel momento più buio della crisi, la Camera di Commercio di Varese, Confartigianato e Cna Varese hanno deciso di mettere intorno a un tavolo un gruppo di micro e piccole imprese del settore meccanico. Nasce così il progetto Mech-Net che raggruppa tredici aziende: otto si occupano di lavorazioni meccaniche, quattro di sistemi ed assemblaggi meccanici ed elettronici, una di trattamenti galvanici. Tredici singole isole nel mare aperto del mercato che, grazie alla rete, diventano una media azienda con la disponibilità di 120 tra macchine utensili e impianti vari, 103 dipendenti e un fatturato che nel 2010 ha raggiunto gli 8,2 milioni di euro.
«Questo progetto – spiega Angelo Bellora, titolare di una micro impresa di tornitura e fresatura a Cardano al Campo – ci permette di crescere in termini organizzativi e strutturali e quindi di entrare in mercati finora a noi preclusi, a causa delle ridotte capacità produttive individuali e della complessità di gestione dei rapporti con una certa tipologia di clientela».
In questa avventura, dunque, anche le istituzioni hanno fatto la loro parte. Il progetto è stato sostenuto dall’ufficio Innovazione della Camera di Commercio di Varese e, nella fase di startup, è stato finanziato con fondi della Regione Lombardia e di Unioncamere, per un totale di circa 300 mila euro, di cui 150 mila provenienti dall’ente camerale di Varese.
La rete di imprese è governata da un’assemblea dei soci che elegge al suo interno un consiglio direttivo. Il vero problema, però, non è solo presentarsi come un’unica entità, ma essere percepiti all’esterno come tale. «Siamo a metà del guado – continua Bellora -. Ci siamo divisi in tre gruppi di lavoro tematici e ci vediamo in media ogni 15 giorni per individuare i mercati interessanti per noi e i fornitori, per innovare nei prodotti e quindi testare le potenzialità produttive di Mech-Net. Nell’ultima riunione abbiamo affrontato anche il tema della governance e i problemi legali».
Il valore aggiunto della rete consiste nel fatto che il cliente tratta con un unico soggetto per avere più lavorazioni: dal materiale grezzo alla finitura, dalla lavorazione meccanica alla cromatura. Quindi se avrà bisogno di più prodotti e lavorazioni diverse, avrà un’unica offerta che si puo’ spingere fino al partenariato tecnologico, allo sviluppo di prodotto e di prototipi.
La rete esprime anche una serie di valori che va oltre la strategia aziendale e produttiva. Una sorta di profilo pubblico che ha a che fare con l’affidabilità, la trasparenza e la qualità. Una patente di fiducia da esibire all’esterno. «Questa è una palestra di etica pubblica – conclude Bellora -. Noi usiamo fondi pubblici, pertanto riteniamo fondamentale il rispetto dei contratti, essere fiscalmente fedeli e trasparenti. Insomma, noi stiamo in questa società non solo come imprenditori ma anche come cittadini».
Le «prove generali» per Mech-Net sono terminate. Il 24 marzo prossimo prenderà il via la fiera di Parma, una delle più importanti del settore meccanico e la rete di imprese varesine sarà presente e operativa con uno stand. Un test determinante perché lì si inizierà a navigare in mare aperto.
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