Tempesta sulla vendita della Quiete

Costava 20 milioni di euro, 6milioni i debiti. I Polita e i Riva sono ai ferri corti. Intanto la Gdf sta esaminando tutta la documentazione sequestrata nei giorni scorsi per ordine del pm Abate

La guardia di finanza di Varese sta esaminando i faldoni, sequestrati nei giorni scorsi, durante una ventina di perquisizioni, alla clinica privata La Quiete, nelle sedi del gruppo Polita e anche in altre sedi societarie a Milano e Roma.
In realtà l’inchiesta porterebbe anche nel bresciano, perché da lì passa una delle operazioni che il pm Agostino Abate vuole verificare, ovvero la vendita della clinica privata varesina e la nuova organizzazione societaria. L’imprenditore Sandro Polita ha dichiarato che, a suo parere, l’inchiesta riguarderebbe i debiti lasciati nei bilanci dalla gestione precedente e ha tirato in ballo alcuni nomi. La famiglia Riva, storica dinastia imprenditoriale della città che fin dal 1919 aveva in gestione la clinica, non vuole invece rilasciare dichiarazioni. Ha affidato la tutela dei suoi interessi a uno studio legale milanese.
A quanto apprende Varesenews, tuttavia, i nomi tirati in ballo dall’imprenditore Polita sono persone che furono a suo tempo contattate per l’acquisto della clinica. Lui, intanto, afferma di non essere proprio nella stessa posizione degli altri indagati.
Una prima trattativa venne condotta a Roma, con Antonio Sciaretta, ma non andò in porto. Successivamente vi fu una trattativa con imprenditori bresciani, Torciano e Rubini, i quali stipularono un contratto per l’acquisto de La Quiete. Questi ultimi, però, pagarono solo le prime rate poi decisero che l’affare non era più di loro interesse. Si cercò un compratore terzo che subentrasse, e saltò fuori il nome dei Polita. Tra questi e i Riva, da qualche mese, è in corso una contesa per il prezzo della clinica che potrebbe finire con un arbitrato. 
La contesta riguarda le perizie sul valore dell’impresa e indirettamente anche i debiti pregressi. Riassumendo si potrebbe dire che La Quiete sarebbe stata valutata 20 milioni di euro, ma i debiti ammontavano a circa 6 milioni e per questo è stata venduta a 14 milioni. Un valore congruo? Il contratto, sempre stando a una versione più vicina ai Riva, indicava chiaramente che il compratore avrebbe ereditato i debiti e si sarebbe impegnato a pagarli, e che era tutto chiaro fin dall’inizio. La procura intanto lavora in silenzio. A voler essere precisi, poi, va detto che la questione nel frattempo si è complicata: il tribunale civile avrà un gran daffare poiché sono in corso anche contese con alcuni medici e c’è un’istanza di fallimento presentata da una ditta di fornitori che sostiene di vantare crediti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Aprile 2011
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