Evasori e spreconi, ecco chi deve pagare la crisi secondo il Pd

Il Partito Democratico è sul piede di guerra per chiedere una profonda revisione dei provvedimenti del Governo. Lunedì 29 presenterà in senato una manovra finanziaria alternativa

«Una manovra finanziaria iniqua e incomprensibile, un Governo confuso e inadeguato e una maggioranza spaesata e litigiosa». Il Partito Democratico è sul piede di guerra per chiedere una profonda revisione dei provvedimenti del Governo sui conti dello stato e degli italiani.
Provvedimenti giudicati, «poco credibili rispetto alle sfide che abbiamo di fronte e insostenibile per le famiglie di basso e medio reddito», che nel complesso peseranno sui bilanci degli italiani per «2,1 miliardi di euro nel 2011, 24 miliardi nel 2012, 50 miliardi nel 2013 e 55,4 miliardi nel 2014».
Il Partito Democratico, secondo l’analisi che fa a livello nazionale, spiegato in conferenza stampa a Varese dal deputato Daniele Marantelli e dal segretario provinciale Fabrizio Taricco, ha formulato un giudizio pesantemente negativo sia per quanto riguarda la parte di razionalizzazione (i tagli) «insostenibile e a carico dei cittadini onesti», che per quanto riguarda il sostegno alla crescita «assolutamente insufficiente».

Un’analisi che però non è fatta solo di critica: il PD ha costruito una manovra alternativa che presenterà in Senato lunedì 29 agosto (lo stesso giorno della protesta dei sindaci organizzata dall’Anci a Milano alla quale tutti gli amministratori del Pd, assicurano i dirigenti, parteciperanno).
La ricetta alternativa elaborata dal Partito democratico interviene su molti punti e nei giorni scorsi è riuscita a raccogliere anche alcune apertura all’interno della maggioranza (una su tutte la proposta di ritassare i capitali riportati in patria dai “contribuenti” che hanno approfittato dello scudo fiscale di Tremonti. Interessato al provvedimento si era detto in questo caso Maurizio Lupi del Pdl. Ferme restando le pressioni all’interno del partito del premier per introdurre, invece, un nuovo condono fiscale).

Ma ecco, in sintesi, quali sono le proposte del Pd per riformulare la manovra finanziaria: Il primo intervento chiede “istituzioni più snelle e taglio ai costi della politica”, laddove si intende “revisione di Regioni, province e comuni” e “dimezzamento del numero dei parlamentari”. All’interno di questa prima proposta c’è anche la ferma richiesta di “eliminare il taglio dei comuni sotto i 1000 abitanti perché inutile e antidemocratico”.
Sempre per riassestare i conti dello stato il progetto del Pd prevede “un piano quinquennale di dismissione per immobili dello stato e frequenze”; una “politica vera contro l’evasione fiscale” che faccia perno innanzitutto sulla tracciabilità dei pagamenti superiori a 1000 euro; un’”imposta ordinaria sui grandi valori immobiliari”; la "ritassazione dei capitali scudati” con un’imposta una tantum del 15%; E infine la "reintroduzione del falso in bilancio e di norme contro l’autoriciclaggio e il caporalato".

Sul versante della crescita Il Pd chiede invece un “pacchetto di liberalizzazioni” che vada dai farmaci alla Rc auto; “politiche industriali per lo sviluppo sostenibile, il lavoro e il mezzogiorno”; Il riconoscimento dell’“‘autonomia delle parti sociali” e interventi risolutivi per incrementare l’efficenza e il rendimento della Giustizia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Agosto 2011
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