Sul ghiacciaio risuonano le note di un pianoforte a coda

Straordinario concerto a 3899 metri di quota davanti al Cervino: è l'ultima incredibile quinta naturale scelta dal pianista gallaratese Filippo Binaghi, il creatore di Wild Piano

Risuonano le note di un pianoforte a 4000mila metri. E non nella stanza di un rifugio d’alta quota, ma nel mezzo di un ghiacciaio: il concerto-record è l’ultima idea di Filippo Binaghi, il pianista e compositore gallaratese creatore del progetto Wild Piano. «Portare la musica nei luoghi incontaminati» è la filosofia di Binaghi, qui applicata nel modo più rigoroso possibile, nel mezzo dei ghiacci eterni d’alta quota, dove la presenza dell’uomo può essere solo temporanea e precaria. Il concerto – organizzato e finanziato con l’aiuto di Cervino spa e Comune di Valtournenche – si è tenuto di fronte al Cervino, sul ghiacciaio del Plateau Rosa’, alla Gobba di Rollin (3.899 metri di quota), con inizio alle 12. «È la prima volta che suono a così alta quota – dice Binaghi – e per la prima volta abbiamo usato l’elicottero per portare il pianoforte a coda». In totale sul ghiacciaio sono arrivate quattro persone dello staff, due guide per trovare il punto più adatto, il cameraman per le riprese. «Un concerto senza pubblico, osando come mai avevamo fatto», anche se non si esclude che qualche sciatore o alpinista, di lontano, abbia sentito le note del piano.

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Il progetto è la conclusione del tour estivo di Binaghi, che l’ha portato in posti dove normalmente mai è arrivato un pianoforte: in luoghi isolati anche se segnate dalla presenza dell’uomo, come l’antica cava di Ornavasso, a 200 metri nel cuore della montagna; davanti agli scavi di una villa etrusca nel Mantovano; per il FAI a Villa Gregoriana a Tivoli; a Ceresole sotto la grande diga. A parte nel caso del ghiacciaio, Binaghi di solito porta il pianoforte in loco con un sistema di trasporto autocostruito, lo rimonta con una operazione che – in qualche modo – fa parte dello spettacolo
«Wild Piano è nata da un viaggio in Namibia, dove ho scoperto la potenza della natura. Nel corso dell’inverno successivo, ho iniziato a pensare a come portare la musica nei luoghi naturali incontaminati. Ho iniziato a scrivere a parchi, istituzioni e altro, a proporre eventi: dai 5 concerti nel 2008 sono passato ai 21 di quest’anno. Negli eventi c’è il fascino del trasporto e del montaggio, ma anche il piacere dell’improvvisazione pianistica, a volte ricorrendo anche a musiche conosciute come quelle dei film.. Il pubblico occasionale è spesso occasionale, che si imbatte nell’evento e ne viene attratto».

Wild Piano, anche se ormai si va anche a cercare luoghi segnati dalla mano dell’uomo, come la cava di Ornavasso… «Sì. Ho suonato anche al Golf Club di Luvinate, alla buca 10, con il panorama sul lago al tramonto. Ma ho portato il pianoforte anche nel parcheggio delle Ferrovie Nord a Busto Arsizio: perché il messaggio è anche quello di riscoprire i luoghi attraverso la musica, sotto una luce differente». 

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Pubblicato il 21 Agosto 2011
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