Maroni: “L’alternativa a Berlusconi è il voto”
Il ministro dell'Interno è intervenuto alla trasmissione Che tempo che fa. "Il problema è il Pdl. Noi siamo gente seria e se la maggioranza non c'è più meglio votare"
“Il Governo così non può durare molto a lungo”. Roberto Maroni non ci gira intorno e risponde con chiarezza a Fabio Fazio nella puntata domenicale di Che tempo che fa.
“O rispettiamo gli impegni presi con l’Europa, – continua il ministro dell’Interno – o è meglio dichiarare che non si riesce. Il problema è la coesione della maggioranza che deve essere convinta. Berlusconi martedì presenterà le cose da fare. Se abbiamo i numeri andiamo avanti, altrimenti la cosa migliore è andare a votare”.
Maroni rispondendo a Fazio sulle possibilità alternative al voto ha insistito più volte sulla situazione spagnola. “Si è parlato tanto della decisione di Zapatero di andare a votare. Perché non si può fare da noi? In democrazia governa chi ha vinto le elezioni. Berlusconi una delle innovazioni più importanti che ha portato è quella di decidere prima le alleanze”.
Rispetto alla legge elettorale il ministro ha detto di parlare a titolo personale. “A me piaceva la legge con i collegi uninominale perché garantiva una sana competizione tra due
candidati. Il ritorno a quel sistema si può fare in tre settimane. In parlamento si parla tanto ma credo che nessuno voglia andare a votare. Il problema serio è interno al Pdl e la Lega non può intervenire su questo”.
Maroni non ha commentato alcune uscite anche di altri ministri, ma sul presidente del consiglio a Cannes non ha avuto dubbi. “Berlusconi poteva rispiarmarsela quell’uscita sulla crisi. Giro i territori e vedo quanta fatica fanno le imprese e le famiglie. Non bisogna autoflagellarsi ma nemmeno nascondere la verità”.
Nessun merito a questo Governo? Qui il ministro ha tirato fuori i numeri del suo impegno. “Noi abbiamo fatto molto sull’ordine pubblico con l’arresto di 28 su 30 pericolosi latitanti mafiosi. La forte maggioranza politica dell’inizio di legislatura è franata su tre cose: ambizioni personali, vedi la nascita di Fli e le scelte di Fini; le resistenze delle lobby e della pubblica amministrazione. E per chiudere la grave crisi economica. Si dice che non abbiamo fatto. In parte è vero, ma ormai come stati abbiamo pochi poteri per agire. ”.
Una domanda anche su Varese e su questo Maroni è entrato di più dentro il mondo della Lega. “Il congresso di Varese ha fatto scalpore perché siamo stati di fronte alla vivacità di un movimento vero. Non siamo un partito di plastica. Il federalismo è la vera rivoluzione. Noi siamo gente seria e non guardiamo i sondaggi. Abbiamo chiaro l’obiettivo strategico e ci muoviamo in quella direzione. Se il federalismo è il nostro obiettivo come faremmo a stare con chi ha votato contro? Meglio il voto”.
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