Panini con la Coppa

Nel palasport dedicato al "re delle figurine" arriva il primo trofeo tricolore per la Yamamay. A Varese c'è il due senza il tre: bene Terlizzi (calcio) e Andreoni (hockey), male il mondo Cimberio

(d. f.) Un luogo storico dell pallavolo italiana – il palasport Panini – ha ospitato un’altrettanto storica vittoria: quella della Yamamay in Coppa Italia. È vero, le farfalle stanno occupando a raffica la copertina del Pagellone, come quei secchioni che a ogni compito in classe si beccano il voto più alto, ma d’altra parte la banda-Parisi ha davvero un passo da dominio totale. I bei voti però non mancano anche dalle parti di Varese città e vanno ai giocatori di due dei tre club simbolo del capoluogo: il navigato Terlizzi nel calcio e il rampante Andreoni nell’hockey sono due protagonisti diversi ma altrettanto efficaci. Purtroppo la Città Giardino però è anche nelle bocciature con la sua squadra di basket: non volendo accanirci con i giocatori (alcuni, qui, hanno già dato) tiriamo in ballo l’allenatore. Charlie non se la prenda: quel posto è già toccato a Pianigiani e Scariolo, è in buona compagnia.

Pagellone numero 78 del 30 gennaio 2012

vittoria coppa italia yamamay pallavolo aperturaYamamay Busto Arsizio 9,5 – Vincere è bello, vincere per la prima volta non ha prezzo. La Yamamay è l’ultima arrivata al gran ballo e si vede da tanti piccoli dettagli: la (relativa) soggezione nell’affrontare il tempio della pallavolo italiana, la sensazione di doversi quasi scusare per una finale "troppo facile", l’assenza di una bottiglia di spumante che sia una per festeggiare. Ma anche gli occhi di Lloyd che cercano lo zio "Turbo", il pizzicotto propiziatorio di Caracuta a Marcon, i cori dei tifosi cantati da Lotti. Tutto, in questa Coppa Italia incredibilmente bustocca e varesina, ha un sapore inedito e dolcissimo. E il 10? Per quello aspettiamo che anche il sogno più impensabile si avveri…

Christian Terlizzi 7,5 – Ci ha messo un po’ di tempo a ingranare, tra qualche infortunio e qualche muso lungo (dà sempre l’impressione di lamentarsi con qualcuno…). Ma da quando il fisico gli ha concesso una certa continuità l’esperto difensore del Varese ha inanellato una serie di prestazioni che ne giustificano l’ingaggio e il curriculum vitae che parla di tanta Serie A. Preciso, elegante al limite del superbo, efficace: la retroguardia biancorossa è anche per questo la quarta meno battuta.

Marco Andreoni 7 – Un giocatore per rappresentare una squadra, e chi meglio del capitano può indicare la faccia vincente dei rinnovati Mastini. Giovani, capaci, sfrontati: i ragazzi di Kudrna stanno viaggiando ad alti ritmi nel proprio campionato e sono una delle tante belle facce della Varese sportiva (un’altra è il Rugby, reduce da un’impresa a Milano). Andreoni tra l’altro ha messo tre punti – due gol e un assist – nella vittoria di Feltre: la carie non colpisce le zanne del Mastino.

Alessandro Fusco 5 – L’aria non è ancora la migliore in casa Gallaratese, ma ora Bortolas ha perlomeno una squadra quasi completa. La situazione è sicuramente complicata e la strada per tornare sui binari giusti è ancora lontana ma non impraticabile: per questo la sconfitta contro il Fiorenzuola alle "Azalee" (campo innevato a parte: andava rinviata) sa di resa. E il capitano fa da "parafulmine" nel pagellone per gli errori commessi dalla squadra. La speranza è che i "Galli" si riprendano presto e centrino la salvezza: ora però le previsioni danno come «molto nuvoloso» il cielo sopra Gallarate. E non stiamo parlando di meteo.

Carlo Recalcati 5 – Urge un’ispezione sul pullman alla ricerca di kriptonite o qualcosa di simile, perché non è possibile che la Cimberio – ogni volta che si mette in viaggio – perda le qualità che servono a giocare bene a basket. Più molle, più impaurita, più imprecisa, più lenta: lontano da Masnago è tutta un’altra squadra. E se Recalcati ha il merito di trovare sempre le soluzioni davanti al pubblico del PalaWhirlpool è anche responsabile delle figuracce on the road per dirla all’americana. Direte voi: in campo ci vanno i giocatori. Giusto, ma il tanto decantato "allungamento della panchina" voluto dal tecnico a cosa serve, se sul legno si siedono le versioni da trasferta di Garri e Ganeto (per non dire di Hurtt?) o se il "riservista" Demartini gioca i minuti decisivi?

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Pubblicato il 30 Gennaio 2012
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