Arte di colore e note. Mirco Marchelli alla Morotti
Parte con una grande installazione nelle sale settecentesche della villa il progetto espositivo dell’artista ligure
Appena rientrata dall’ultima recentissima edizione dell’Affordable Art Fair Fair (Milano1-5 febbraio ) dove ha riscosso moltissima attenzione e interesse, Galleria Villa Morotti ha inaugurato la mostra personale di Mirco Marchelli frutto di un progetto espositivo da tempo studiato e condiviso dall’artista e dalla Galleria. Nelle sale settecentesche della Villa troveranno la loro perfetta ambientazione i nuovi lavori di Marchelli, inoltre all’interno della Galleria verrà accolta una grande installazione dove anche l’elemento sonoro s’introdurrà nello spazio estetico.
Mirco Marchelli, già noto per un importante passato da musicista che lo ha visto lavorare con Paolo Conte, è artista già conosciuto nel panorama delle ricerche pittoriche astratte italiane dell’ultimo ventennio. Una pittura, quella dell’artista, affine per vocazione e poetica alle ricerche astratte e post-pittoriche americane di sapore minimalista, ma la cui sensibilità e il cui calore estetico rendono conto di una tradizione tutta europea dell’astrazione che si spinge fino alla sintesi delle arti dalla scultura fino alla musica.
Si legge nel catalogo della mostra nel testo di presentazione di Vittoria Broggini “ È intenso in queste opere il richiamo alla scrittura musicale, non solo per via della similitudine della qualità ritmica e “timbrica” delle forme e dei colori, ma per la stessa poetica che riunisce in un’unica personalità e realtà l’esperienza del pittore e del musicista. La tecnica compositiva è quella essenziale, matematica e riduzionista vicina, per continuare il parallelismo con la musica, alla seconda scuola viennese di Schönberg; la scrittura visiva, come quella musicale, considera ogni elemento segnico, cromatico, materico nella totalità e reciprocità funzionale affinché il rigoroso rapporto compositivo rifugga dall’espressionismo virtuosistico per prediligere una scala tonale e cromatica ridotta.
La ricerca di una nuova dimensione compositiva (che era quella “verticale” nella musica di Schönberg) nelle opere di Mirco Marchelli ci pone di fronte ad una sorta di epochè (sospensione di giudizio) per cui se per un verso riconosciamo ciò che abbiamo davanti (la calda sensazione di familiarità suscitata dagli oggetti, dalla stoffa, dalla cera…), dall’altro ci troviamo di fronte a una esperienza sensibile non nota e non ripetibile, una complessa percezione in cui convivono diverse dimensioni, in una sorta di polifonia”.
MIRCO MARCHELLI
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