Bossi e Maroni insieme: “Non litigheremo mai”
L’incontro è il primo dopo alcuni giorni di tensione, da quando si è saputa la notizia dell’opera di dossieraggio nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Maroni: "oggi è una bella giornata di sole"
Doveva esserci solo Roberto Maroni insieme al senatore Fabio Rizzi per sostenere la lista leghista di Besozzo guidata da Fausto Brunella e, invece, «a sorpresa» è arrivato anche Umberto Bossi. E i due hanno ritrovato l’unità.
L’incontro è il primo avvenuto dopo alcuni giorni di tensione da quando si è saputa la notizia dell’opera di dossieraggio nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Ma le nubi, giurano i due, non ci sono più: «oggi è una bella giornata di sole, ieri pioveva e oggi c’è il sole», dice Maroni sedendo insieme a Bossi dietro al palco nel piazzale della stazione.
«Volte sapere se c’è l’accordo fra me e Maroni? – conferma Bossi -. Roberto dice che sono il suo fratello maggiore, come si fa a non essere d’accordo. Io voglio il bene della Lega, non litigheremo io e lui, perché quando è nata la Lega eravamo io e Maroni e queste cose lasciano il segno e non si dimenticano».
Anche le notizie di dossieraggio vengono bollate dal presidente del movimento come un tentativo di rompere la Lega, «se chi ha fatto il dossier lo chiedeva a me gli facevo risparmiare anche i soldi perché gli dicevo io le cose di Maroni che tutti sanno e non c’è niente di segreto. È una follia questa cosa, sono gli odi di chi pensava di rompere e distruggere la Lega ma la Lega è resistente, volevano mettere in giro dei veleni». E la pulizia nel movimento? Bossi conferma: «chi si è preso i soldi si faccia da parte. Un po’ ci vergognavamo di quello che è accaduto, ma la gente ha capito, ha capito anche che se qualcosa è andato storto è perché c’è stato un raggiro».
Una frecciata verso i movimenti degli altri partiti ha voluto tirarlo invece Roberto Maroni che, riferendosi ai tanti movimenti che stanno interessando leader politici, dall’Udc al Pdl ha detto: «gli altri partiti hanno continuamente bisogno di cambiare simboli e leader, noi siamo la Lega Nord per l’indipendenza della Padania orgogliosi di essere leghisti con l’unico progetto serio e vero per il nord. Non abbiamo bisogno dei trucchetti che usano gli altri partiti», perché «cambiare nome è sbagliato».
Il Senatur è poi tornato sull’urgano di scandali che ha investito la Lega ribadendo due concetti già espressi dal palco di Bergamo e ripetuti in questi giorni. Il primo riguarda ancora i suoi figli, «ho sbagliato – ha spiegato Umberto Bossi – a farli entrare in politica cosi giovani. Loro volevano aiutarmi perché ero malato ma così li ho messi in pericolo perché si può incontrare gente sbagliata in politica».
Poi il Senatur è tornato anche su Belsito, l’ex tesoriere leghista, «se belsito era collegato alla ‘Ndrangheta perché non ce lo hanno detto prima? Come ha fatto a fare il sottosegretario e a entrare in Fincantieri se non era pulito? Vuol dire che era saltato nei controlli».
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