Sinergia tra le psichiatrie di Cittiglio e di Appiano Gentile

La Psichiatria del Verbano invitata dalla Psichiatria del Comasco. Tema dell’incontro lo scambio di esperienze di empowerment

Isidoro CioffiLa Psichiatria del Verbano è stata invitata per martedì 5 giugno a Fino Mornasco (Co) dalla
Psichiatria di Appiano Gentile e Menaggio (Co) con la finalità di integrare contenuti utili a
programmare azioni sinergiche tra i due servizi.
La Pichiatria del Verbano illustrerà le sue esperienze di ricerca di ottimizzazione
dell’integrazione delle pluralità di competenze necessarie per affrontare i disagi e i disturbi
giovanili.
Varie sono le attività previste: il coordinamento con la Neuropsichiatria infantile per dare continuità ai casi in carico alla stessa Neuropsichiatria infantile, l’attivazione di interventi specifici di presa in carico dell’adolecsente psicotico e del suo contesto familiare e ambientale, il potenziamento delle reciproche competenze in un circuito socio-sanitario di condivisione di programmi nell’intento di creare un modello di integrazione delle reciproche professionalità e competenze, i seminari informativi e/o a valenza emozionale nelle scuole superiori, l’informazione, la sensibilizzazione e il coinvolgimento in una prospettiva di prevenzione di rete (cittadini, enti locali, associazioni, servizi alla persona, medici di base, volontariato e privato sociale), la peer education nelle scuole su tematiche di disagio psicologico e/o psichico, le attività simboliche nel campo della danza/teatro/musica/filmati, gli stage lavorativi, i tirocini di formazione ed orientamento, i tirocini osservativi.
Plurime sono le unità funzionali coinvolte dalla Psichiatria del Verbano che partecipano al
programma innovativo: Consultorio ASL, Neuropsichiatria infantile, Servizio tossicodipendenze,
Liceo Scientifico di Luino, Istituto Istr. Sup. di Gavirate, Liceo della Comunicazione di Brissago
V., Scuola Europea di Ispra e le Associazioni di familiari ADIAPSI e Tartavela.
«L’esperienza con le Scuole superiori – esplicita il dr. Cioffi, Direttore della Psichiatria del Verbano – facilita un collegamento concreto tra il mondo scolastico e sociale e la realtà della sofferenza psichica, evitando una pericolosa autoreferenzialità. di entrambe le realtà. Siamo convinti che bisogna dedicare più attenzione ai giovani ai quali dovrebbe appartenere il presente e di sicuro appartiene il futuro».
La Psichiatria del Comasco, dal canto suo, ha sperimentato una nuova esperienza di intervento territoriale: il Cart.
Si rivolge a persone affette da disagio psichico, in carico al servizio territoriale. È una soluzione
operativa organizzativa che affronta alcuni nodi problematici nell’intervento territoriale in
psichiatria soprattutto in aree extraurbane e/o a vasta dispersione geografica. Essa contrappone
alla centralità della sede del Centro Psico-Sociale e del Centro Diurno, una flessibilità spaziale ed
operativa; interventi in sedi decentrate sul territorio in analogia agli ambulatori distaccati, ma in
totale diversità per la logica di lavoro e la mission ( abusando in modo improprio di questo termine)
di tali strutture. «Il Cart – afferma Daniela Bruni, operatrice della Psichiatria del Comasco – prende in carico l’utente nell’ottica di salvaguardare sempre di più i legami con l’ambiente familiare e sociale».
Il Cart fonda il suo esistere su tre temi importanti quali la prossimità ai luoghi di appartenenza degli utenti e quindi al loro habitat sociale, la coesione multiprofessionale e la capacità di lavoro di una équipe di ridotte dimensioni, nell’intento di rafforzare la motivazione al proprio lavoro e al senso di appartenenza e il costituirsi come il punto di riferimento con forte identità riconosciuta, per le realtà socio-sanitarie locali e quindi come il nucleo di base dell’attivazione nel lavoro di rete.
Essere prossimi significa sentire e vivere il “clima” dei luoghi di provenienza delle persone che il
servizio segue, significa essere inclusi nel contesto locale.
 
Accedono al CART soggetti con bisogni prevalentemente di tipo relazionale, sociale o
risocializzante: condizioni di isolamento per mancanza di una rete familiare o sociale; necessità
riabilitative come il mantenimento di abilità di base legate alla vita quotidiana o comunicative/
relazionali; bisogni occupazionali. Può trattarsi di persone che già hanno alle spalle un percorso
riabilitativo importante in struttura e che necessitano di un supporto meno intenso o di persone che,
viceversa, devono essere “agganciate” al servizio per un progetto terapeutico più forte. «Il CART
fonda la propria peculiarità –puntualizza il dr. Giorgio Scorza, primario della Psichiatria Comasca
– nell’ essere un servizio prossimo alle persone che segue ed al territorio che abita. La cura del
disagio psichico dovrebbe avvenire, nella maggior misura possibile, nella comunità di provenienza,
considerata risorsa imprescindibile da cui partire per formulare un piano di cura».
Attualmente nel Dipartimento di Salute Mentale della provincia di Como sono attivi 6 CART.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Giugno 2012
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