Gilli: “Non sarebbe meglio diventare comaschi?”

L’ex sindaco aveva già avanzato la proposta quasi 10 anni fa. Oggi spiega perché potrebbe funzionare: “Abbracciare Milano e la città metropolitana potrebbe portare molti disagi”

L’ex sindaco Gilli torna a una sua vecchia provocazione: diventare comaschi. Una provocazione che oggi non appare più tale con il riassetto delle provincie che dovrebbe essere attuato entro fine anno. La provincia di Varese cerca di sopravvivere, ma il comune di Saronno (come anche Busto e Gallarate) vorrebbe chiedere di far parte della città metropolitana di Milano. L’ex sindaco Gilli, alla guida di Saronno per dieci anni, aveva lanciato in passato la provocazione di chiedere l’annessione a Como. Allora una boutade per attirare l’attenzione sulla città degli amaretti, spesso trascurata dall’ente provinciale varesino.

 

Secondo l’allora sindaco «ne sarebbero derivati alcuni vantaggi, tra cui l’essere il secondo Comune di quella Provincia e la maggiore vicinanza al capoluogo; la posizione geografica di Saronno, facevo notare, molto a sud nella provincia e confinante con le province di Milano e Como, portava a considerare la nostra zona quasi un mondo a parte, ricco solo di confini – spiega Gilli -. Mi sorge il dubbio che, con l’adesione alla città metropolitana di Milano, non si risolverebbero i problemi attuali e, forse, se ne creerebbero degli altri: annegheremmo nel mare magnum di un nuovo Ente,  dalla natura ancora nebulosa, dominato per ovvie ragioni dalla metropoli e in competizione con moltissimi altri Comuni di dimensione ben maggiori di Saronno. D’altra parte, se Busto Arsizio e Gallarate (e fors’anche Tradate) dovessero a loro volta unirsi alla città metropolitana, la provincia di Varese sarebbe in gran parte svuotata e sarebbe inevitabile la riunione del rimanente territorio alla Provincia di Como: in tal caso, non sarebbe conveniente per Saronno e gli altri 5 Comuni – Caronno Pertusella, Origgio, Uboldo, Cislago e Gerenzano restare “comasco-varesini”, in una posizione di maggiore forza, peso e rappresentatività?»

Secondo l’ex sindaco, unendosi a Como si risolverebbero molti problemi, come quello del «ciclo delle acquesi che si risolverebbe automaticamente (torrente Lura tutto all’interno di un’unica provincia); non si perderebbe il vantaggio di avere le sedi decentrate di molti enti pubblici (INPS, INAIL, Catasto, ex Provveditorato Scolastico con l’assegnazione delle cattedre agli insegnanti, ecc.) in un capoluogo (Como) altrettanto facilmente raggiungibile e, comunque, destinate a far fronte ad un numero di utenti contenuto e non “metropolitano”».

«Il problema è serio – conclude Gilli -, poiché si tratta di un riassetto amministrativo generale, destinato ad incidere su un sistema che, nel bene e nel male, ci governa ed influisce sulla nostra vita quotidiana con il consolidamento di oltre 80 anni. Personalmente, ho ancora molte, moltissime incertezze per prendere una posizione definitiva e temo che la fretta sia cattiva consigliera; l’obiettivo, comune a chiunque abbia a cuore l’interesse generale di Saronno e del Saronnese, è quello di una scelta ponderata, che non può prescindere dalla conoscenza preventiva delle scelte e delle decisioni degli altri Comuni della Provincia di Varese, soprattutto dei più grandi e rappresentativi. Spingere in modo quasi acritico per l’abbraccio con Milano mi sembra imprudente; non è sempre detto che il più grosso sia il più bello; potrebbe essere anche il contrario. Seguirò con molta attenzione la discussione che si aprirà in punto, nella speranza non infondata che sia di confronto tra vantaggi e svantaggi generali e non tra convenienze di tattica pseudopolitica o frutto di improvvisi, irrazionali innamoramenti».

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Pubblicato il 13 Settembre 2012
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