Luca Conte (Pd) critica le nomine nelle società partecipate
Secondo l'esponente di opposizione non è stata fatta una scelta di risparmio ma al contrario si è voluto mantenere i posti per alcuni
Pubblichiamo l’intervento del consigliere comunale del Pd Luca Conte sulle nomine nelle partecipate comunali effettuate lo scorso luglio.
Dopo i tanti solleciti provenienti dall’opinione pubblica il Governo Monti ha messo mano alla spesa
pubblica. Preceduto da alcune settimane di discussione sui media nazionali, il 6 luglio scorso, sulla Gazzetta
Ufficiale, è stato pubblicato il cosidetto decreto sulla spending review, contenente numerosi
provvedimenti per il taglio della spesa.
Tra essi si trovano anche alcune nuove disposizioni riguardanti le società controllate direttamente
o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni. Per esse è infatti prevista la scelta tra un
amministratore unico ed un consiglio di amministrazione di non più di tre membri, due dei quali
dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo o di vigilanza.
I dipendenti dell’amministrazione, in questo caso, hanno poi l’obbligo di riversare il loro compenso
nelle casse dell’amministrazione di provenienza.
Ciò significa che, qualora dopo il 6 luglio 2012 si decida di nominare un consiglio di
amministrazione, la società ed il Comune potranno ridurre in maniera significativa i compensi per
l’amministrazione della società con inevitabili vantaggi per le casse pubbliche.
Peccato davvero che, dopo mesi e mesi di lotte intestine tra i partiti di maggioranza per trovare
la giusta alchimia che potesse dare ad ogni corrente un posto nei consigli di amministrazione
delle società cittadine, proprio il 5 luglio (il giorno cioè prima della pubblicazione del decreto in
Gazzetta Ufficiale, i cui contenuti erano comunque già ampiamente trapelati attraverso gli organi
di informazione) il Sindaco Fontana, sebbene nel rispetto delle norme vigenti, abbia rotto gli indugi
e, certamente inconsapevole che dal giorno dopo quelle stesse cariche – ove nominate secondo le
prescrizioni del decreto – avrebbero potuto comportare una significativa riduzione della spesa, ha
nominato i consigli di amministrazione di AVT S.p.A e ASPEM Reti S.r.l.
Il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nel decreto peserà sulle casse delle due società e,
quindi, sulle casse del Comune come segue:
– compenso annuo lordo di ciascuno dei 2 consiglieri di amministrazione di AVT S.p.A: euro
9.900;
– compenso annuo lordo di ciascuno dei 4 consiglieri di amministrazione di ASPEM Reti
S.r.l.: Euro 6.000.
Per questo chiediamo al Sindaco Fontana (che in più occasioni non ha mancato di diffondere
proclami sul contenimento della spesa pubblica) di tornare sui suoi passi e provvedere
immediatamente, avendone i poteri, alla revoca delle nomine scegliendo, in osservanza di quanto
stabilito dal decreto, la via più economica dell’amministratore unico o del consiglio con dipendenti
pubblici a costo zero.
Ciò impone oggi il decreto e ciò consigliano ovvie ragioni di opportunità.
Fontana dimostri di aver scelto davvero, come da lui sostenuto, per intuitu personae e non per
intuitu poltronae, ovvero per occupare l’ultimo giorno utile sei poltrone e sei stipendi.
Ove ciò non dovesse accadere, saremmo costretti a constatare l’ennesima discordanza tra quelli che
sono gli intendimenti del Sindaco, propagandisticamente sbandierate sulla stampa, e le effettive
azioni amministrative che lo stesso compie.
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