“Ragazzi, non siate troppo ‘choosy’ ma iniziate subito a lavorare”

Il dottor Bettoni, manager d'azienda e docente universitario, è impegnato in un ciclo di lezioni economiche all'istituto Rosetum di Besozzo

«Non toglieteci le nostre aspirazioni. Non vogliamo pensare a una vita piatta senza passione».
Bocciatura senza appello per il ministro Fornero da parte degli studenti dell’istituto Rosutem di Besozzo.
Questa mattina, i ragazzi hanno avuto la quarta lezione "speciale" del professor Fiorenzo Bettoni, manager d’azienda, socialogo e docente alla Bocconi e alla scuola superiore di economia aziendale di Bellinzona, invitato per spiegare loro il sistema economico e del lavoro.

«Chiaramente abbiamo affrontato il discorso del Ministro – spiega il dottor Bettoni – perchè è una frase che li ha colpiti. Ci siamo confrontati sui risvolti di quelle parole. Io non sono chiaramente d’accordo con l’invito a prendere qualsiasi occupazione pur di entrare nel mondo del lavoro. Sono però convinto che il Ministro ha ragione quando dice che vedere il mercato del lavoro dall’interno è sicuramente meglio che analizzarlo dall’esterno. E aggiungo che è importante anche non far passare troppo tempo dalla fine del percorso formativo alla prima occupazione perchè più tempo passa, più difficile è entrarci. E questo è un consiglio che vale anche per chi perde il lavoro».

Stiamo, però, parlando di un momento molto difficile, con poche opportunità
« È allora il caso di riflettere bene. Non il primo lavoro, ma la prima offerta che può rientrare nelle mie aspettative e nelle mie ambizioni. Attendere l’occasione giusta è dannoso, meglio accontentarsi per raggiungere in un secondo momento il proprio destino. Facciamo, inoltre, grande attenzione che i percorsi della vita sono inimmaginabili: non possiamo prevedere come sarà la nostra maturazione lavorativa, dove ci porteranno le nostre scelte. Quano io mi sono diplomato ero convinto di essere il miglior tecnico informatico esistente. La mia azienda vide in me capacità di relazione che io ignoravo e mi costrinse a fare una carriera diversa. Dovetti lasciare la mia città, dovetti lasciare la famiglia, ma oggi sono contento di aver seguito quell’indicazione».

Fuori dalla scuola, fuori dalla famiglia, però, c’è tutto un mondo difficile e agguerrito. I ragazzi italiani sono in gradi di competere?
« I nostri giovani non sono mammoni, non sono sprovveduti. Credo che siano solo un po’ disinformati. O meglio: loro apprendono attraverso canali alternativi. Soprattutto la rete è il mondo dove si muovono e attingono conoscenze.  Abbiamo la sensazione che a loro sfugga il senso di alcune informazioni o lezioni e per questo li vediamo limitati o sprovveduti. Invece si muovono su altre lunghezze d’onda. Io mi rendo conto che i ragazzi sanno molto della politica di Grillo che ha un modo di fornire le notizie immediato e diretto. Sta a noi, genitori e scuola, aiutarli a trovare la via corretta per apprendere e maturare. Dobbiamo smetterla di fare gli amici dei nostri figli e tornare a essere i loro "coach". Confronto e dialogo per affrontare le scelte di domani, mantenendo dritto il timone delle loro aspirazioni».

Non è proprio semplice come dirlo: il mondo sta cambiando alla velocità della luce 
«Sicuramente tutto quello che oggi avviene è la conseguenza di ciò che è stato in passato e va riletto velocemente. Mi spiego: quando ho comprato il mio primo computer ho avuto bisogno del tecnico per l’installazione e per rimetterlo a posto. Oggi la sviluppo tecnologico permette di comperare PC dall’uso immediato che gettiamo quando si rompe. In questo modo sono scomparse centinaia di posti di lavoro per tecnico informatico. Il progresso tecnologico, con la dematerializzazione del lavoro, ha cancellato decine di posti che non sono ancora stati rimpiazzati. Questo è il vero problema. Ma non possiamo limitarci alla fotografia del presente perchè i nostri giovani sapranno reinterpretare la realtà con i nuovi strumenti costruendone un’altra diversa. Proprio come abbiamo fatto noi 20 o 30’anni fa».

Diciamo che, per questi giovani, il cammino non è facile
«Non possiamo nemmeno bloccarli alla crisi dell’oggi. Devono osare, vivere l’occasione, responsabilmente ma senza timore. A noi adulti, genitori e professori, spetta il compito di aiutarli a individuare la rotta, mettendoci a disposizione. Ascoltandoli!»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2012
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